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Sant’Antimo. Trovati con schede elettorali in casa prima del voto, i 3 restano indagati a piede libero

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Andranno a processo a piede libero le tre persone indagate nell’inchiesta giudiziaria durante le ultime elezioni Amministrative di Sant’Antimo. La Corte di Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso del pm del tribunale di Napoli Nord, dott. ssa Vittoria Petronella, la quale chiedeva il custodia cautelare carcere per i 3 soggetti coinvolti mettendo la parola fine alla vicenda in attesa del processo. Già il Tribunale del Riesame di Napoli, nei mesi scorsi, aveva rigettato la richiesta di applicare la custodia cautelare in carcere formulata dal Pm che aveva fatto appello contro la prima scarcerazione disposta dal gip. Le accuse nei confronti di Luigi Chiarello, proprietario dell’abitazione dove si stavano “maneggiando” le tessere elettorali, suo nipote Giuliano Di Giuseppe e Angelo D’Andrea furono già derubricate dal Giudice per le indagini preliminari Raffaele Coppola, che fece cadere la grave accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa elettorale. A casa di uno dei tre soggetti furono trovate 321 tessere elettorali, dentro le quali era stato inserito un fac simile della scheda per le elezioni del nuovo consiglio comunale di Sant’Antimo, con il nome di un candidato e

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accanto la somma versata. Chiariello e Di Giuseppe sono difesi congiuntamente dagli avvocati Marco Spena e Antonio Verde, mentre
D’Andrea è invece assistito dall’avvocato Marco Natale.

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