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I Di Lauro superano i Nuvoletta: così il clan del Terzo Mondo ‘studia’ i boss di Cosa Nostra

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Non c’è famiglia camorristica a Napoli e provincia così vicina ai codici e simboli di Cosa Nostra come i Di Lauro. E se in passato i Nuvoletta di Marano potevano fregiarsi del titolo di ‘uomini d’onore’, bisogna dire che attualmente i Di Lauro sono il sodalizio che più degli altri ha mutuato il particolare linguaggio dei padrini. Soprattutto dei boss americani, quelli delle Cinque famiglie. Come i gruppi criminali di New York anche la cosca di via Cupa dell’Arco (uscita indenne da ben tre guerre di camorra) si è data una nuova organizzazione a passo con i tempi, un nuovo ‘modus operandi’ finalizzato a rafforzare la cosca senza incappare però nei controlli sempre più frequenti delle forze dell’ordine.

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Come la struttura criminale ideata da Lucky Luciano anche i Di Lauro hanno capito che è più che mai necessario avere due livelli, due sovrastrutture del potere specie ora che la cosca si è riorganizzata economicamente investendo massicciamente in numerose attività commerciali. A protezione degli affari senza però dimenticare il contatto diretto della strada ecco che i Di Lauro si sono affidati ad uno ‘street boss’ «uno che è gli occhi e le orecchie dei figli del milionario nel quartiere. Un personaggio ben inserito nelle dinamiche della cosca, sulla quarantina e che sarebbe molto vicino a Giovanni Cortese ‘o cavallaro». E’ questo l’identikit del nuovo reggente che «riferisce direttamente ai figli di Di Lauro ciò che accade nel quartiere». Un nuovo modo di pensare al territorio che è tipico delle famiglie malavitose d’Oltreoceano (Gambino, Colombo, Lucchese, Genovese, Bonanno). L’ennesima dimostrazione che a Secondigliano e dintorni quelli ‘e mmiez all’Arc hanno ancora molto peso.

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