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Corteo a Chiaiano contro la baby-gang, parla lo zio di Gaetano: «Bisogna denunciare»

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Un fiume di persone, ragazzi degli istituti scolastici napoletani, ma anche professori, società civile e istituzioni in corteo pergridare “Basta Violenza» dopo le aggressioni a Gaetano, ad Arturo e alle altre vittime della baby gang. In oltre 5000 hanno sfilato stamattina dalla metropolitana di Scampia a via Santa Maria a Cubito a Chiaiano, luogo dell’aggressione all’adolescente melitese e ai suoi due cugini, chiedendo una città vivibile e nono ostaggio di giovani teppisti per i quali il principale divertimento sembra essere quello di mandare all’ospedale dei coetanei. Tra le autorità presenti, il sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore; il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice; l’assessore alla pubblica istruzione Annamaria Palmieri; il presidente dell’VIII Municipalità Aposolos Paipais con la sua giunta, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Matteo Brambilla. Ma anche il sindaco di Mugnano Luigi Sarnataro e il vicesindaco di Melito Luciano Mottola

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In prima fila dietro al grosso striscione recante la scritta “Basta Violenza, Gaetano siamo con te’’ i cugini del 15enne presenti con lui al momento del pestaggio e gli zii. «Abbiamo portato Gaetano in ospedale appena in tempo – il racconto di Giosuè, colui il quale ha accompagnato all’ospedale Gaetano che aveva la milza spappolata e poi asportata dopo l’operazione – Anzi, ringrazio il personale del San Giuliano perché i medici sono stati bravissimi con mio nipote che in mezzora era già in sala operatoria». Gaetano sta meglio, resta ricoverato al nosocomio giuglianese ma sta rispondendo bene alle cure dei medici. Il ragazzo è circondato dall’affetto dei suoi cari ed ha ricevuto questa mattina la visita anche del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. «Viviamo in un mondo che dovrebbe essere civile ed invece è incivile – l’aggiunta di Giosuè – Non mi stancherò mai di dire ai chi subisce violenza: denunciate e non vi chiudete a riccio. È il primo passo per affrontare questo problema». Per Giovanna, la mamma di Francesco (il nome è di fantasia, lo stesso della testimonianza fornita ad Internapoli dal ragazzo), «non è possibile che, come detto da mio figlio, su 50 presenti in quel momento nessuno abbia aiutato i ragazzi. Gli aggressori sono soltanto degli animali. Ma non dobbiamo avere paura, infatti non lasceremo la città però ci vogliono pene certe».
L’intento della giornata, ha spiegato Davide Saponaro, membro del collettivo studentesco del Galileo Ferraris e in prima linea nell’organizzazione dell’evento, era quello di dare «un forte messaggio di solidarietà a Gaetano, Arturo, Ciro e tutte le vittime di violenza e a tutte quelle persone convinte che Scampia sia il quartiere di “Gomorra’’, della droga e della criminalità. Scampia e l’area Nord non sono questo e il corteo ne è dimostrazione. Il messaggio è: non avere paura delle violenze». A prendere parte alla giornata anche Antonio Cesarano, il papà di Genny ucciso da una stesa al Rione Sanità, la sorella di Arturo che dirà: «Sono qui per portare la mia testimonianza e vicinanza a Gaetano. Sono profondamente indignata per quanto accaduto a lui e mio fratello, ma anche agli altri. Ora basta». Per il sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore, anch’egli presente alla marcia, «il fenomeno delle baby gang a Napoli è preoccupante, con una incidenza maggiore rispetto ad altre zone d’Italia. È quasi generazionale perché si parla di ragazzi troppo piccoli. Lo Stato, e ne sono convinto, c’è: ed è sicuramente importante la risposta degli studenti di quest’oggi. Bisogna intervenire in due fasi: la prima, repressiva, è quella emergenziale, va trattata come ha fatto ieri il ministro dell’Interno Marco Minniti con l’annuncio dell’invio di altri 100 uomini sul territorio. La seconda, invece, riguarda i progetti da mettere in campo per educare i figli ed anche i propri genitori».

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