Sconterà il residuo della pena in una comunità per tossicodipendenti Domenico Chiariello, di Giugliano, coinvolto nell’assalto al supermecato Sisa di Qualiano che portò alla morte del giovane Giuseppe D’Aniello ed all’arresto del complice Francesco Sarracino.
Il tribunale di Sorveglianza di Salerno, accogliendo l’istanza dell’avvocato Luigi Poziello, ha concesso a Chiariello di poter espiare la pena residua, altri 4 anni, presso una comunità di recupero per tossicodipendenti del territorio. Nonostante le accuse pesantissime a suo carico (2 rapine aggravate, possesso e detenzione di 2 armi clandestine con matricola abrasa e ricettazione delle targhe degli scooter, ndr), lascia il carcere di Eboli.
Nel settembre del 2015 il 35enne di Giugliano fu condannato ad otto anni di reclusione dal tribunale di Napoli Nord. La richiesta del pm era stata di 12 anni di reclusione, ma il gip ritenne di applicare una pena più bassa, anche in virtù dei benefici della riduzione di un terzo prevista dal rito Abbreviato. Poi in Corte d’Appello a Napoli ha ottenuto uno sconto di pena, incassando una condanna a 6 anni ed 8 mesi di reclusione.
I fatti risalgono al maggio 2014. Un commando di tre persone con caschi integrali, arrivati a bordo di due scooter con targhe rubate nei giorni precedenti, fece irruzione all’interno del supermercato Sisa di Qualiano. Il primo rapinatore prelevó il contante dalle casse mentre i due complici, armati di pistole, bloccarono le porte. Pochi secondi dopo un carabiniere in borghese intimó l’alt ai tre rapinatori. A quel punto ci fu una sparatoria a seguito della quale Giuseppe D’Aniello morì sul colpo, attinto da un proiettile alla nuca, mentre Chiariello fu colpito al fianco. Il terzo rapinatore riuscì a scappare dopo una colluttazione con il carabiniere.
Chiariello, nonostante fosse stato colpito da un proiettile, per garantirsi la fuga rapinó la vettura di un passante, riuscendo ad arrivare all’ospedale di Giugliano, dove fu medicato e tratto in arresto. Nell’automobile rapinata fu rinvenuta anche la pistola con matricola abrasa. Il 34enne giuglianese stava scontando in regime di semilibertà una precedente condanna per rapina aggravata (anche questa con sparatoria con le forze dell’ordine, sulla strada provinciale tra Giugliano e Parete) e sarebbe dovuto rientrare in carcere dopo poche ore. Anche D’Aniello era sottoposto agli arresti domiciliari.