Buche stradali, i cittadini sempre più esasperati. L’anno nuovo è iniziato come s’è concluso quello vecchio e cioè una città piena di piccole e grandi voragini che mettono a rischio l’incolumità cittadina con sinistri stradali. Il fenomeno, se così si può definire, non è circoscritto ad una o due arterie ma interessa praticamente tutte le zone della città, dal centro alla periferia alle zone di confine. E mentre il Comune tenta di studiare soluzioni più o meno praticabili in considerazione delle poche risorse a disposizione, i residenti si dimostrano a dir poco incavolati.
Molti utenti, sui social, stanno intensificando i confronti per tentare di organizzare una manifestazione pubblica sul tema. Al dire il vero, i precedenti in tal senso non sono stati felicissimi. All’epoca in cui era in carica ancora l’amministrazione di Angelo Liccardo, che interruppe anzitempo il mandato dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, ci fu un’analoga iniziativa da parte dell’allora opposizione. L’appuntamento si tenne nella centralissima piazza della Pace. Ma, tranne gli esponenti di partito e pochi altri, l’evento fu un flop e i cittadini comuni non si videro. Ora gli stessi maranesi dicono di volerci riprovare ma per ora si è ancora nella fase del pour parler.
Intanto però, le lamentele si sprecano. C’è chi ritrae in fotografie le buche e chi usa sui social l’ironia realizzando vignette. In una di queste, si vede una Fiat Uno portata in spalla dal guidatore con l’intento di non rompere la vettura a causa delle buche. Dice ad esempio Luisa: «È una vergogna! Le strade di Marano fanno davvero piangere voragini grandi quanto una piscina ne scansi una ne prendi 4! Ma il comune o quel che è rimasto dov è? Ma è mai possibile che non funzioni quasi niente? Eppure le tasse seppur molto salate le paghiamo». Vincenzo si chiede: «Si aspetta prima che ci scappi il morto per poi fare qualcosa?» Per questo motivo, residenti come Alessandra crede che «l’unica cosa da organizzare è una grande manifestazione, sperando nella partecipazione di chi si lamenta sui social».