mercoledì, Luglio 23, 2025
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«A decidere la morte di Marino furono in due, bisognava colpire quelli che portavano il cognome dei capi», il retroscena sull’omicidio di Terracina

Lo scontro tra gli Abete-Abbinante e la Vanella Grassi (alleata dei Marino e dei Leonardi) raggiunse il suo picco con l’omicidio di Gaetano Marino a Terracina. La decisione di uccidere il fratello di Gennaro Marino arrivò dopo l’omicidio di Ciro Abrunzo ‘o cines a Barra. Secondo la ricostruzione dei collaboratori di giustizia da quel momento gli Abete-Abbinante decisero che era arrivato il momento di colpire i diretti familiari e congiunti di coloro che costituivano il gruppo dirigente riunito sotto la guida della Vanella.

Nell’ultima ordinanza che ha ricostruito quel delitto il gruppo di Scampia deliberando la morte del fratello del ‘McKay’ aveva deciso l’annientamento della Vanella costituendo per ogni rione da loro posseduto un gruppo di fuoco: Monterosa, Chalet Baku, Sette Palazzi e Lotto P. Nelle pagine diversi collaboratori di giustizia indicano Arcangelo Abbinante, figlio di Antonio, come elemento di vertice della batteria di fuoco del Monterosa nonchè come uno degli organizzatori del delitto di Terracina. In un verbale dell’ottobre 2014 Pasquale Riccio racconta:«Marino venne prescelto come vittima da Arcangelo Abbinante e Giuseppe Montanera. Per organizzare il delitto Abbinante contattò un tale detto ‘o cinese (che viveva a Terracina e lì piazzava le macchinette del Monterosa). Il cinese affittò una casa sulla Pontina poi si cambiò e venne affittata una casa più vicina sul corso di Terracina. Ricordo che nella casa c’erano tutte immagini di santi e papi. Il gruppo di fuoco nella prima casa era composto da Giuseppe Montanera, Arcangelo Abbinante, Giovanni Gelsomino detto ‘Millelire’, Giovanni Carriello detto ‘o brigante e Salvatore Baldassarre. Il gruppo di fuoco saliva il fine settimana perchè ci era stato detto che Marino saliva per il weekend»