GIUGLIANO. IL DELITTO DAL BARBIERE
Uccise l’amico, garzone come lui in un negozio di barbiere di Giugliano. È stato scarcerato e trasferito in comunità, il quindicenne che ha confessato il delitto. Secondo i giudici ha urgente bisogno di una terapia logopedistica che lo aiuti a superare la balbuzie che lo tormenta dall’infanzia e che è stato uno dei motivi che lo hanno portato al raptus omicida.
Il ragazzo lavorava con Vittorio Vassallo, la vittima diciottenne, in un negozio di barbiere. Il 4 dicembre, i due avevano litigato a causa di un pacchetto di sigarette, l’assassino aveva accusato l’amico di avergliene prese tre, era nata una discussione, sempre più violenta. Allora Agostino, l’omicida, era scattato con le forbici in mano colpendo più volte Vittorio. Il ragazzo era stramazzato in terra, in una pozza di sangue. Uno dei colpi aveva trapassato il cuore.
Il quindicenne si era costituito il giorno seguente, accompagnato dal legale di famiglia, Pasquale Pianese, ed era finito nel carcere minorile di Nisida.
Nei giorni scorsi il tribunale del riesame ha esaminato la richiesta di trasferimento in comunità presentato dal legale e ha deciso di accettarla, ritenendo necessaria un’azione di recupero difficile da realizzare tra le mura del penitenziario. Il ragazzo, infatti, proviene da una famiglia tranquilla, che non aveva mai avuto problemi con la legge, un fratello studia all’istituto tecnico commerciale. Agostino, invece, fin da bambino ha avuto problemi: essendo balbuziente era stato spesso oggetto di scherzi da parte dei compagni, accumulando, così, una notevole aggressità. Con Vittorio, però, fino al momento del delitto, aveva avuto dei rapporti normali, in apparenza sereni. All’improvviso, la sera del 4 dicembre, l’omicidio.
Il Mattino 22 dicembre 2002