NAPOLI – Negli ultimi 10 anni i petardi di Capodanno hanno ucciso 28 persone, compresi i tre morti nel Casertano, e almeno 7 di queste erano bambini. Altissimo il numero dei feriti: 10mila. È il bilancio drammatico che purtroppo si rinnova ogni anno, alimentato dal commercio clandestino di botti illegali. Nel tragico conteggio, secondo Legambiente, il primato spetta alla Campania. Il dossier dell’associazione ambientalista ricorda che dal 1997 al 2001 a Napoli e provincia sono rimaste ferite 514 persone a Capodanno. Indicativi i dati degli ultimi due anni: 4 morti, 275 feriti, 40 tonnellate di fuochi sequestrati, 30 arresti e 237 denunce.
Un fenomeno alimentato dal commercio illegale che interessa un po’ tutte le regioni. L’anno scorso – si legge nel dossier – l’entità dei sequestri è stata più consistente in tutta la penisola: 104 tonnellate di materiale pirotecnico, un milione e 700 mila pezzi confezionati, 54.934 lanciarazzi, 450 denunciati. I numeri trovano un’eco nelle operazioni più recenti delle forze dell’ordine: solo a Napoli dall’inizio di dicembre sono stati sequestrati 189 quintali e 482 ordigni, 3 persone arrestate e 5 denunciate.
«Con l’avvicinarsi della fine dell’anno si assiste all’impennata dei prezzi e l’industria illegale fa affari d’oro. Si studiano escamotage particolari per camuffare la merce e proporla agli amanti del brivido», sottolinea Legambiente. I dati sul fatturato sono altrettanto significativi: in 40 giorni di lavoro si realizza un giro d’affari di circa 50 miliardi di vecchie lire. Legambiente segnala almeno cinquanta aziende fuorilegge, ma nella provincia di Napoli le denunce colpiscono anche chi dovrebbe essere in regola. Delle 36 fabbriche di fuochi d’artificio autorizzate e censite dalla Questura di Napoli nel 2001, 20 titolari sono stati denunciati per violazioni di vario tipo, legate alla sicurezza del prodotto.