Home Cronaca LE GROTTE DEL SEICENTO NEL VENTRE DI MARANO

LE GROTTE DEL SEICENTO NEL VENTRE DI MARANO

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Esiste una città sotterranea che si ramifica nel cuore del centro storico e arriva, dentro una rete di cunicoli, fino alle pendici della collina dei Camaldoli. La conferma arriva da un gruppo di speleologi della soprintendenza ai Beni archeologici di Napoli che si è calato per ventidue metri in una cavità venuta alla luce due settimane fa a piazza Plebiscito, durante lo scavo per il cantiere di un’opera pubblica. I tre tecnici, con le loro attrezzature, si sono infilati nel buco che si è aperto in corrispondenza di un vecchio pozzo e sono scesi con cautela lungo la parete della cavità fino a toccarne la base, una larga piattaforma di diciassette metri su cui erano depositati detriti e da cui si diramano due lunghi camminamenti: uno verso nord, guardando alla collina, e un altro verso sud, guardando al centro storico. I due camminamenti si sviluppano per molti metri e potrebbero avere altre ramificazioni con cavità simili, spiegano gli esperti Umberto Del Vecchio, Enzo De Luzio e Tommaso Mitrano. L’ipotesi è che questo sistema di cunicoli sia servito, nei secoli scorsi, per estrarre le pietra di tufo. «La cavità venuta alla luce a piazza Plebiscito – spiegano i tecnici – risale probabilmente al Seicento ed è stata utilizzata per estrarre i materiali necessari alla costruzione dei due complessi religiosi del quartiere». Si tratta del Convento francescano di Santa Maria degli Angeli e dell’antica Parrocchia di San Castrese. «Probabilmente – continuano i tecnici – ogni rione della città antica ha una sua cavità estrattiva. Ne sono state rinvenute diverse, una all’interno del Palazzo Merolla e un’altra a via Che Guevara. In entrambi i casi, alla base delle cavità, ci sono dei camminamenti. Possiamo ipotizzare che questi percorsi sotterranei siano collegati tra loro dentro una complessa ramificazione che darebbe luogo a una sorta di mappa nascosta della città vecchia». Una ipotesi suggestiva, dunque, quella della rete di camminamenti che richiamerebbe, per certi versi, l’immagine della Napoli sotterranea. Nei prossimi giorni l’indagine speleologica proseguirà. L’amministrazione comunale guarda con interesse a questa indagine. Ieri, lo staff di speleologi ha trovato l’ampia collaborazione nei tecnici dell’ufficio comunale, coordinati dal geologo Salvatore Costabile e dal geometra Gianni Napoli. Sul posto è stato presente a lungo anche il sindaco Salvatore Perrotta. «Siamo attenti – ha detto il primo cittadino – a quello che ci consegna la memoria del nostro sottosuolo. Non è escluso che, se il risultato fosse interessante, si possa anche pensare un giorno a trasformare questi percorsi in itinerari storico-turistici per la valorizzazione del nostro patrimonio».

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ANTONIO MENNA – IL MATTINO 18/02/2007

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