Home Cronaca SPAZZATURA FERMA PER LE STRADE SLITTA L’APERTURA DELL’INCENERITORE DI ACERRA

SPAZZATURA FERMA PER LE STRADE SLITTA L’APERTURA DELL’INCENERITORE DI ACERRA

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Torna la spazzatura nelle strade del capoluogo, così come nell’hinterland a nord di Napoli e in alcune zone del Casertano: l’emergenza rifiuti in Campania non è affatto superata. D’altro canto, dietro un rosario di scadenze non rispettate la preoccupazione diffusa è che per il 2008 non si riesca a passare all’auspicata gestione ordinaria del ciclo integrato. L’inceneritore di Acerra è ben lontano dall’ultimazione prevista in autunno dal cronoprogramma aggiornato illustrato da Fibe alla commissione parlamentare nel sopralluogo tenuto a maggio. A lanciare l’allarme sono le imprese impegnate nella costruzione, ormai ferme perché non percepiscono fondi dal 2006 (30 milioni di euro) che restano bloccati per effetto del sequestro disposto dalla magistratura nei confronti di Impregilo (per un importo complessivo di 750 milioni di euro) nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria in cui si ipotizzano reati di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. Lo stato di avanzamento dei lavori è fermo all’80 per cento. I posti di lavoro sono a rischio. L’effetto è devastante: è già saltata la prima data fra quelle indicate dalla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti (presieduta dal senatore Roberto Barbieri), vale a dire quella del 25 settembre, e pure la seconda – quella del 24 ottobre – sembra destinata a non essere rispettata. E per questo oggi ci sarà un altro vertice in prefettura, al quale prenderanno parte i rappresentanti delle imprese, il presidente dell’Unione industriali di Napoli Gianni Lettieri e il prefetto e commissario straordinario ai rifiuti Alessandro Pansa. Non è tutto, perché quand’anche con un improvviso scatto di reni l’inceneritore di Acerra venisse completato a tempo di record in ogni caso non ci sarebbe chi materialmente lo faccia funzionare, visto che il contratto con Fibe è stato rescisso e considerato che non è stato ancora preparato il bando per selezionare il nuovo gestore. Eppure anche qui la commissione bicamerale era stata chiara: «In attesa del nuovo gestore, il costruttore non può avviare le attivita di commissioning dell’impianto». E a sua volta la figura del gestore è indispensabile per l’ottenimento delle autorizzazioni all’esercizio e per l’intitolazione dei contratti di servizio, senza i quali non sarebbe possibile accendere l’impianto. Altro nodo: gli impianti di produzione di combustibile da rifiuti. Non producono materiale di qualità e vanno assolutamente adeguati. Il decreto approvato in Senato a luglio disponeva che il commissario entro novanta giorni, dunque entro l’8 ottobre (lunedì), avrebbe assicurato la messa a norma di almeno uno degli impianti esistenti di produzione di combustibile da rifiuti per cdr e fos di qualità. Fra i tanti si era parlato del cdr di Tufino, sequestrato da più di un anno dalla magistratura e per questo indicato come il primo fra quelli da adeguare, senza così generare interruzioni nel ciclo. Così non è andata. Mentre le discariche di Serre e Lo Uttaro vanno supportate con la scelta da parte delle Province di altri siti. Infine il piano rifiuti, quello che dovrebbe fare da timone per il passaggio alla gestione ordinaria a partire dal primo gennaio 2008. Sempre il decreto rifiuti fissava all’8 ottobre il termine per la definizione del piano da parte del Commissariato straordinario e della Regione, di concerto con il ministero e insieme alle Province. Il piano dovrebbe prevedere, «in armonia con la legislazione comunitaria, le priorità delle azioni di prevenzione nella produzione, riutilizzo, riciclaggio del materiale, recupero di energia e smaltimento e contiene l’indicazione del numero e della rispettiva capacità produttiva degli impianti». E la scadenza è ormai alle porte.

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CORRADO CASTIGLIONE IL MATTINO 02/10/07


Una verifica dello stato di attuazione del decreto sui rifiuti approvato il 5 luglio al Senato: è quanto sollecita Tommaso Sodano (Rifondazione comunista), presidente della commissione Ambiente in Senato, che pur guardando con ottimismo in prospettiva, sollecita l’attenzione sulla necessità di un’accelerazione perché dal primo gennaio si apra davvero una nuova pagina per la gestione ordinaria del ciclo integrato. Dice Sodano: «Dobbiamo guardare al di là dell’inceneritore di Acerra. La messa a norma dei cdr è nevralgica, per questo noi di Prc puntammo su un termine preciso, novanta giorni. Perché senza cdr di qualità non potremmo bruciare nulla ad Acerra e senza fos stabilizzata avremmo sempre problemi per scegliere dei siti di stoccaggio. Bisogna fare presto, soprattutto perché Macchia Soprana e Lo Uttaro stanno sopportando un carico consistente e c’è necessità di aprire altre discariche. Occorre darsi da fare adesso che non ci sono tanti affanni per i cumuli di immondizia. Altrimenti in primavera ci troveremo di fronte un’altra emergenza». Dalla sua Gianfranco Nappi, delegato del governatore per i rifiuti, offre rassicurazioni sul rispetto della scadenza per la definizione del piano: «Il commissario Pansa si sta prodigando molto in questa corsa contro il tempo. I gruppi di lavoro da lui istituiti stanno procedendo a ritmo forsennato. E noi stiamo cercando di sostenere l’opera del prefetto: proprio la settimana scorsa c’è stata una riunione della consulta rifiuti tenuta dal governatore insieme ai responsabili delle Province. L’8 ottobre, data indicata per la definizione del piano, è vicino, ma siamo a buon punto». Più pessimista Confindustria Campania, con il delegato all’Ambiente Luciano Morelli: «Come imprenditori siamo molto preoccupati. Ad Acerra le imprese hanno difficoltà ad andare avanti nella costruzione del termovalorizzatore perché non vengono pagate. Ma noi crediamo che gli ostacoli siano anche altri. C’è il nodo della gestione che va risolto, che non riguarda soltanto la selezione dell’azienda che materialmente mette in funzione l’incenitore, ma anche l’affidamento dal costruttore al gestore nelle fasi di precommissioning e commisioning. E ancora: gli impianti di Cdr andavano modificati in rapida successione e non è accaduto. La raccolta differenziata è ancora al palo. Quanto al piano poi nutriamo molti dubbi: probabilmente c’è tutto un lavoro sotterraneo di cui noi non sappiamo assolutamente nulla, mi auguro soltanto che chi ne aveva la responsabilità lo stia facendo, anzi lo abbia fatto, visto che la scadenza è ormai prossima». cor.cas.


Gianfranco Nappi delegato della Regione al caso rifiuti
Il Mattino 02/10/07

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