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A tumulazione avvenuta in Giugliano si partecipa la morte di Giovan Battista Basile

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Resta vivo il ricordo struggente in quanti nell’abbandono gli sono rimasti fedeli 

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Colui che altrove fu da molti amato  non lascia in patria eredità di affetti 

 di Emmanuele COPPOLA 

Non sappiamo ancora se credere alla ferale notizia, forse perché ormai, di lui, da alcuni anni, si erano perdute le tracce. Sporadicamente lo si era visto aggirarsi, al tramonto, se non di notte, nei vicoli deserti del paese, dove era certo di non incontrare qualcuno che avrebbe potuto riconoscerlo, fatto straniero alla gente di quei luoghi per il suo lungo peregrinare.

Si dice che il 15 febbraio scorso abbia festeggiato il suo ultimo Compleanno, pare ridotto ormai in solitudine, visitato da alcuni riconoscenti amici di una volta, che gli avrebbero portato cinque bottiglie di asprinio paretano, alle quali insieme avrebbero dato fondo, sì da ridursi – il poeta – in uno stato di preoccupante incoscienza, continuando a declamare dei versi insensati ed invocando il nome di un tale Jacovuccio, e poi di Fabiello, che chiamava a testimoni per avallare il racconto strampalato delle sue avventurose disavventure, dicendo – nei fumi di quel vino generoso – di essere stato qua e là, ovunque benevolmente accolto, pur lamentando di aver dovuto sopportare il faticoso disagio del viaggiare da un posto all’altro, soprattutto nelle aspre terre dell’Alta Irpinia.

Ma non di questo ci è stato raccontato negli ultimi due giorni, se non che Giovan Battista Basile era morto il 23 febbraio e che nessuno aveva potuto partecipare al funerale, perché egli stesso, in un momento di recuperata lucidità, aveva imposto a quei pochi amici di darne notizia a tumulazione avvenuta delle sue spoglie, e che il suo nome non fosse inciso sul marmo, per non essere ipocritamente omaggiato da chi lo aveva dimenticato.

La memoria di quest’uomo, celebrato quasi in incognito per essere stato l’autore di una poderosa opera fiabesca, aleggia da alcuni giorni, come un crucciato rimprovero, sulla coscienza di tanti suoi autorevoli compaesani che gli avrebbero dovuto significare la loro pubblica riconoscenza per aver dato lustro alla Città di Giugliano. Egli non ha voluto che si sapesse del suo ultimo compleanno, il 15 febbraio, e soprattutto del suo decesso, il 23 febbraio, convinto che, comunque, costoro non avrebbero partecipato alle sue esequie.

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