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Adam Jendoubi, donati gli organi. Il fratello: “Sei stato un leone fino alla fine”

Adam Jendoubi, donati gli organi. Il fratello Sei stato un leone fino alla fine
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È morto Adam Jendoubi, l’attore e modello napoletano in coma da primo gennaio in seguito a un arresto cardiaco. Ricoverato all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli), il 23enne si è spento nel pomeriggio di martedì dopo 9 giorni di agonia. La famiglia, rispettando le sue volontà, ha comunicato l’espianto degli organi.

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La donazione degli organi

La notizia della morte è stata data sui social dal fratello di Adam, Habib, a sua volta attore e modello. «Hai dimostrato di essere un leone fino alla fine, uomo vero con valori e principi, scegliendo già a 18 anni che il giorno della tua morte avresti voluto donare gli organi e così hai fatto», si legge in una storia pubblicata sul profilo Instagram di Habib.
Chi era Adam Jendoubi
Di origini tunisine e polacche, Adam Jendoubi era cresciuto nel rione napoletano di Forcella. Era noto al grande pubblico per aver recitato in diversi video di Liberato e per il ruolo di “Aucelluzzo” nel film “La Paranza dei Bambini”
Cosa è successo
Adam Jendoubi era stato soccorso in arresto cardiaco all’alba di Capodanno a Castellammare di Stabia.

Cosa è successo

Martedì pomeriggio, dopo nove giorni in rianimazione, è arrivato il decesso. Inizialmente, viste le ferite al volto, i soccorritori avevano pensato ad un incidente stradale. Invece, secondo quanto si apprende, Adam Jendoubi era in arresto cardiaco dopo una festa per il Capodanno: il suo corpo riverso a terra e privo di sensi fu ritrovato lungo viale delle Terme, a Castellammare. I primi test tossicologici non avevano riscontrato tracce di alcol e stupefacenti, mentre una tac aveva evidenziato un grave edema cerebrale. Il quadro clinico è peggiorato nei giorni a seguire, fino al tragico epilogo.

L’addio di Roberto Saviano ad Adam Jendoubi

Na botta rint’ ‘o core ho sentito quando mi hanno avvertito che Adam era grave dopo essersi sentito male la notte di Capodanno. In un primo momento sembrava che Adam avesse avuto un incidente con il motorino ma l’ospedale ha poi confermato: arresto cardiaco grave. Adam Jendoubi si è spento a 23 anni. Morire nell’età dell’esordio alla vita genera disperazione: tutto sbagliato, tutto insensato, è impossibile trovare consolazione. L’avevo incontrato a Napoli anni fa, ancora adolescente, era appena uscito il video della canzone di Liberato dove interpretava il ruolo di protagonista e stava vivendo la prima curiosità delle persone che lo riconoscevano in strada. Espressivo, dinamico, intenso, non è facile in un video senza una sola parola pronunciata, permettere al proprio profilo di emergere così chiaramente. Sentimentale e a tratti guascone, il regista voleva che si caratterizzasse così e Adam nel quotidiano era così. Adam aveva il viso della nuova Napoli: metà polacco, metà tunisino e completamente partenopeo.

“Ecco perchè sei così bello – gli avevo detto – sommi più culture ed è sempre così, bellezza nasce da ciò che si mischia, si intreccia, si confonde perché dispone la vita in forme nuove e inaspettate”. Mi guardò perplesso e decise di rispondere con un sorriso a tutto quel blaterare che non aveva capito dove andasse a parare, io imperterrito continuai: “Hai dentro di te tre culture e quante lingue parli?”. “Io parlo il forcellano” rispose e finimmo nel chiasso delle risate.

Adam l’avevamo scelto per il ruolo di Aucelluzzo nel film “La paranza dei bambini”, fare l’attore era sua aspirazione vera. E ora? E ora non c’è altro atto possibile che ricordare, resteranno come traccia della sua vita i video, il film, le foto e la memoria di chi è cresciuto con lui a Forcella. Resterà la storia di un ragazzo figlio di due migranti, di due culture distanti e che Napoli ha saputo rendere prossime come sempre fa questa città che tutto avvicina dando cittadinanza universale a chiunque la attraversa e vive. E resteranno i suoi organi che continueranno a respirare in altre vite. Addio Adam, addio ragazzo.

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