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Agguato in piazza Nazionale, il giallo dei complici che fecero la ‘filata’ ai Del Re

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Tanti punti oscuri. Nonostante la condanna in primo grado per Armando e Antonio Del Re per i fatti di piazza Nazionale. I due fratelli delle Case Nuove condannati a 18 e 14 anni di carcere per il raid durante il quale furono feriti, il 3 maggio 2019, Salvatore Nurcaro, la piccola Noemi Staiano e sua nonna, Immacolata Molino (leggi qui). Un agguato che presenta però ancora molti punti oscuri. Manca il mandante, mentre la scena del delitto ha offerto spunti investigativi nuovi come la presenza in piazza Nazionale forse di un ‘terzo uomo’, un’auto presa a noleggio da un soggetto amico di una ragazza, a sua volta amica di Antonio Del Re. Proprio la ‘questione auto’ è tra quelle poste maggiormente in rilievo nelle motivazioni della sentenza di condanna di primo grado del gup Vincenzo Caputo.

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Il ‘mistero’ dell’auto in piazza Nazionale

In un passaggio viene evidenziato questo aspetto:«Quel giorno Salvatore Nurcaro dal momento che si allontanò dalla zona di Santa Lucia fino al suo arrivo in piazza Nazionale fu pedinato e seguito da soggetti posti a bordo di un’auto Fiat 500. Nella piazza si accerta del veicolo riconducibile agli imputati, auto che, come accertato, è di assoluta valenza probatoria, provvide a pedinare Salvatore Nurcaro con il compito di segnalare ai Del Re la presenza stabile di Nurcaro in piazza Nazionale». Punto quest’ultimo evidenziato dalla difesa dei due Del Re (gli avvocati Claudio Davino e Antonella Genovino). I difensori hanno sottolineato come nel momento in cui Nurcaro si ferma in via Acquaviva l’auto si ferma molto prima, in piazza Nazionale, in evidente disaccordo con la tesi del pedinamento visto che da quella distanza non c’è punto di osservazione e dunque l’impossibilità di segnalarne la presenza. Inoltre, attraverso l’analisi e la comparazione degli orari delle telecamere che immortalano l’uscita di Armando Del Re con la propria moto dalle Case Nuove la Fiat non è ancora arrivata in piazza Nazionale e dunque cadrebbe la tesi secondo cui quell’auto avrebbe segnalato a Del Re la presenza di Nurcaro in piazza.

La mancanza del movente

Lo stesso giudice chiarisce che sul movente e sull’ipotesi dell’aggravante mafiosa del delitto:«Non sono stati ancora dissipati i dubbi sull’effettivo movente del tentato omicidio, il che impedisce di ravvisare con certezza la volontà di Del Re di agevolare le attività criminose del clan Formicola». Elementi più volte evidenziati dalla difesa.

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