Home Cronaca “Amma murì con una botta in testa”, i tragici pensieri della ‘paranza’...

“Amma murì con una botta in testa”, i tragici pensieri della ‘paranza’ dei Quartieri Spagnoli

"Amma murì con una botta in testa", i tragici pensieri della 'paranza' dei Quartieri Spagnoli
PUBBLICITÀ

I giovani camorristi dei Quartieri Spagnoli sono cresciuti tra le storie criminali della famiglia dei Faiano e nella convinzione di avere davanti un futuro segnato. Proprio questa predestinazione sembra apparire chiara in una conversazione intercettata nel gennaio del 2023 e contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare.

PUBBLICITÀ

Una conversazione a tinte decisamente fosche quella intercettata tra il 18enne Dylan Di Biasi e l’amico D.M. Nella registrazione i due ragazzi parlano della possibilità di essere uccisi dai clan rivali, quando il giovane chiede al compagno “…Vuoi morire pure di vecchiaia? noi amma murì con una botta in testa… ” e allora Dylan subito ribatte ” …Poi si vede come moriamo o cicc’, io la morte mia non la accetto… ”.

I GIOVANI FAIANO ALLA CONQUISTA DEI QUARTIERI SPAGNOLI

Volevano approfittare del cognome della famiglia Di Biasi, conosciuta nell’ambiente criminale con il nome Faiano, per conquistare i Quartieri Spagnoli. E’ questa l’accusa mossa dalla Procura di Napoli contro la paranza di giovani che, nonostante la reclusione dei vertici del clan, voleva ritagliarsi un spazio nel mondo criminale del centro storico di Napoli. Tutto è stato impedito dalle indagini dei magistrati e dal blitz della polizia che hanno portato agli arresti di Dylan Di Biasi, Vittorio Sorriente e A.M. 

Il 18enne, insieme agli altri indagati, ha svolto un controllo armato delle vie Vico Lungo San Matteo e Emanuele De Deo, proprio nella stessa zona è presente anche il gruppo rivale dei Masiello. In particolare il figlio di Renato Di Biasi, storico capoclan dei Faiano, avrebbe anche tentato diverse rapine a mano armata nei Quartieri Spagnoli.

Durante le attività degli investigatori è emerso che il nascente gruppo criminale possiede anche un’ampia disponibilità di armi. Infatti gli indagati sono costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi nemici. Inoltre hanno in più occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, passavano nella loro zona di influenza.

 

 

PUBBLICITÀ
Exit mobile version