Carlo Ancelotti sa bene cosa vuol dire giocare contro un top team del calibro del PSG. Conosce perfettamente le dinamiche delle sere magiche che solo la Champions League sa offrire. Emozioni a parte, Ancelotti ha gli occhi puntati sull’unico obiettivo possibile ai fini della classifica del girone: fare punti su un campo apparentemente impossibile. Intervistato da France Football, quindi, ha sciorinato l’ennesima lezione di dialettica diplomatica. Ha provato a raffreddare i toni, probabilmente con l’intento di indurre l’avversario all’unico errore determinate possibile: sottovalutare il Napoli. Il Mister stellato, poi, con una battuta ha lanciato una frecciata a quel mondo juventino che non loha mai apprezzato davvero. Qui uno stralcio della sua intervista, riportata, tra gli altri, dai colleghi de il Napolista.
«Il mio Napoli è diverso rispetto al passato. Non c’è un grande campione come Maradona, piuttosto abbiamo una squadra di alto livello, costituita da tanti giovani molto promettenti. Giochiamo molto bene, questa è la nostra qualità migliore. Cercherò di portare l’esperienza, la personalità e il coraggio che servono per superare quei momenti in cui non riusciamo a esprimere il meglio del nostro gioco. Non esiste un chiaro modello di gioco che possa identificare il mio stile, io mi adatto alle caratteristiche dei miei calciatori.
Alcuni allenatori iniziano il loro lavoro con una certa idea di gioco, e cercano di inserire i giocatori in quel sistema. Io ragiono diversamente.È bello vedere quanto sia cresciuto il club nell’arco degli anni. Ora parliamo di una delle migliori società d’Europa, in corsa per vincere la Champions. È un segnale importante per l’immagine del calcio italiano, lui è un grande professionista e rinverdisce un’era in cui i più grandi giocatori del mondo accettavano di venire a giocare in questo Paese. La sua unica colpa è di essere andato alla Juventus!»
