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Ancora cellulari rinvenuti in carcere, scatta il sequestro a Santa Maria Capua Vetere

cellulari in carcere santa maria capua vetere
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Ancora un sequestro all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sono stati rinvenuti, nel corso di una perquisizione messa in atto dalla Polizia Penitenziaria, otto telefoni cellulari.

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Rinvenuti e sequestrati otto cellulari nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la denuncia del SAPPE

Questo il comunicato del SAPPE in merito al sequestro: “L’ingresso illecito di cellulari negli istituti è ormai un flusso continuo. Sono stati sequestrati otto telefonini nel Reparto detentivo Nilo”. E non è la prima volta che il SAPPE chiede nuovi provvedimenti per inibire l’uso di strumentazioni tecnologiche nelle sezioni detentive. “Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri di questi piccoli apparecchi. Le vie d’ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre più spesso vengono avvistati e intercettati”, ha denunciato Donato Capece, segretario generale del SAPPE.

Che ha poi proseguito: “La cosa grave è che denunciamo queste cose ormai da 10 anni e nessuno ha ancora fatto qualcosa. Tra l’altro, è assurdo che gli apparecchi per accertare la presenza dei telefoni cellulari non vengano usati nelle celle, ma durante lo svolgimento delle prove d’esame scritte del personale di polizia che ambisce ad acquisire il grado superiore! È una vergogna!” , aggiunge il leader del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria”.

“Il fenomeno non si arresta nonostante la recente previsione di reato”

Capece conclude così il suo comunicato: “Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato, nel Codice penale, per ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive, delle celle e degli spazi nei quali sono presenti detenuti, all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.

 

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