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Antonio Natale attirato in trappola da chi si fidava e ucciso, il mistero degli altri uomini spariti

Antonio Natale
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E’ caccia ai killer di Antonio Natale, il 22enne trovato senza vita nelle campagne di Caivano 14 giorni dopo essere sparito. Antonio sarebbe stato attirato in trappola e ucciso a colpi di pistola, poi il corpo abbandonato nei pressi del campo rom. La procura di Napoli Nord ha disposto l’autopsia che chiarirà con quanti proiettili il giovane pizzaiolo è stato ammazzato. Il cadavere è stato trovato in condizioni quasi irriconoscibili, l’identità è stata svelata grazie ai tatuaggi che aveva sul corpo.

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Il fatto che sul caso stiano indagando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna insieme alla DDA fa presagire che la matrice dell’omicidio sia di stampo camorristico. I militari stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Antonio, sparito dopo una passeggiata a Napoli. Insieme a lui sono irreperibili anche altre 4 persone, anche loro scomparse ed al momento irreperibili. Tra questi ci sono anche zio e nipote. Antonio sarebbe stato probabilmente attirato in un tranello da qualcuno di cui si fidava e conosceva. E su questi personaggi sta indagando l’Arma.

Prima della scomparsa, inoltre, ci sarebbero state già minacce nei confronti di Antonio e di un presunto pestaggio pochi giorni prima della sua scomparsa.  Sul movente il cerchio si sta stringendo. Prende sempre più corpo l’ipotesi di una «punizione» per alcune decine di migliaia di euro spariti.

L’autopsia chiarirà se è stato ucciso a mani nude o con l’ausilio di qualche arma. Se il corpo è stato portato lì, dove è stato ritrovato, in un secondo momento o se è stato ammazzato sul posto. Il corpo della vittima era in uno stato avanzato di decomposizione, al punto che per il riconoscimento è stato necessario vedere i tatuaggi. Ciò fa sospettare che il corpo era lì da diversi giorni, probabilmente lo stesso giorno della scomparsa, il 4 ottobre. Era a terra, in nessuna auto.

Da una primo esame esterno, il corpo di Antonio  presenterebbe fori compatibili con colpi d’arma da fuoco. Non una lupara bianca, ma un omicidio commesso probabilmente in un luogo diverso da quello in cui è stato trovato il cadavere, a pochi passi dal campo rom. A dare la svolta alle indagini è stata una testimonianza e i carabinieri sono andati in quella zona a colpo sicuro e lì hanno trovato un corpo orrendamente martoriato, al punto che per il riconoscimento è stato necessario vedere i tatuaggi.

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