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Arzano divisa tra Scissionisti, Di Lauro e Moccia: così i clan si dividono gli affari

Arzano divisa tra Scissionisti, Di Lauro e Moccia: così i clan si dividono gli affari
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Il comune di Arzano risulterebbe da tempo zona cuscinetto tra i diversi interessi criminali dei clan di Secondigliano come i Di Lauro, gli Amato-Pagano e più di recente Vanella-Grassi. Tre gruppi criminali impegnati soprattutto nel narcotraffico. Inoltre c’è il clan Moccia che è prevalentemente interessato ai settori degli appalti e delle estorsioni. In tempi più recenti tale equilibrio è stato in parte segnato dalla supremazia degli Amato-Pagano che, progressivamente rafforzati dalla scarcerazione di autorevoli esponenti. Gli Scissionisti avrebbero assunto una posizione di monopolio nell’approvvigionamento e nel commercio degli stupefacenti.

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IL GRUPPO DELLA 167 DI ARZANO

Da costola degli Amato-Pagano a vero e proprio gruppo autonomo specializzato nel racket e nella vendita di droga. Questo il profilo tracciato dagli inquirenti del cosiddetto gruppo della 167 di Arzano. A fare da collegamento tra Scissionisti e gli arzanesi in origine era Renato Napoleone, che imparentato con i Cristiano. “Tale gruppo di nuova costituzione si radica territorialmente in Arzano, ove si apre a nuovi affiliati ed impone proprie regole per la gestione del mercato della droga, prendendo progressivamente le distanze da Riccio Mario, il quale gestiva gli affari illeciti della compagine avvalendosi della collaborazione di uomini (di recente affiliazione), di sua personale fiducia, provenienti da Marano sua terra di origine, che avevano militarmente occupato Melito e Mugnano, area di egemonia del clan”. La cattura di Mario Riccio avvenuta il nel febbraio 2014 ha segnato secondo i magistrati il momento di implosione del clan, con contrapposizione tra vecchi e nuovi affiliati (“melitesi” i primi e “maranesi” i secondi).

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Dalle recenti indagini è emerso come i melitesi, capeggiati da Napoleone, abbiano inglobato sia giovani arzanesi sia affiliati al clan Amato-Pagano. “Le mire espansionistiche del Napoleone e dei suoi fedeli non fossero limitate al settore della droga ma si estendessero anche a quello delle estorsioni, storicamente “mocciano” e che, in definitiva, in tale contesto lo scontro tra le due fazioni sarebbe divenuto fatale, culminato con l’omicidio Casone”. Dalla morte di Casone, la gestione di tutti gli affari illeciti di Arzano è passato al nuovo gruppo capeggiato da Napoleone che per intercessione di Antonio Accurso – quindi dei vertici della Vanella Grassi – aveva preso possesso della lista delle estorsioni ordinariamente praticate ad Arzano dai Moccia.

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