Home Cronaca Fratelli coltelli, Giuseppe Attanasio voleva uccidere il fratello Andrea

Fratelli coltelli, Giuseppe Attanasio voleva uccidere il fratello Andrea

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Sono entrambi accusati di tentato omicidio i fratelli Andrea e Giuseppe Attanasio (quest’ultimo al momento latitante). Sono i protagonisti di una vicenda avvenuta nel luglio dello scorso anno quando Andrea Attanasio fu ferito a Barra in via della Villa Romana. Dietro quell’agguato, secondo la Procura, vi sarebbe la mano del fratello per motivi ancora tutti da chiarire. Secondo l’ultima ordinanza contro Marco Cozzolino, Luigi Di Perna e i due Attanasio, Cozzolino e Andrea Attanasio avrebbero fatto parte dello stesso gruppo criminale entrato in contrasto con la paranza capeggiata invece da Giuseppe Attanasio. Si trattò scontro a fuoco avvenuto nella periferia di Napoli tra Giuseppe, in concorso con soggetti non identificati, ed il fratello Andrea che si trovava a bordo dello scooter di Marco Cozzolino. Dalle indagini  emergeva che entrambi avevano utilizzato le armi in loro possesso per cercare di farsi ragione all’esito di forti dissapori passati. Il 21 luglio 2020 all’altezza degli Uffici del Giudice di Pace vennero esplosi diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Andrea Attanasio e Marco Cozzolino. Giuseppe Attanasio inoltre è indagato per una vicenda estorsiva insieme a Gennaro Matteo, ucciso qualche settimana fa a Ponticelli (leggi qui l’articolo). Secondo la ricostruzione contenuta nelle pagine dell’ordinanza firmata dal gip Vinciguerra Matteo, ucciso a Ponticelli lo scorso 10 dicembre (leggi qui), avrebbe partecipato ad un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore di San Sebastiano al Vesuvio effettuato da Giuseppe Attanasio che avrebbe intimato all’uomo di consegnare 50mila euro (somma poi abbassata a 25mila euro) proferendo queste parole:”So dove abiti, conosco tutta la tua famiglia, questa cosa non finisce qui”.

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L’omicidio di Gennaro Matteo

Sulla base anche di quest’ultima operazione prende sempre più consistenza la pista dello ‘sgarro’ negli ambienti di mala dietro la morte di Matteo. Questa l’ipotesi che gli investigatori tengono, almeno per il momento più in considerazione, considerando anche i piccoli precedenti dell’uomo (sei anni fu fu trovato in possesso di una pistola con due giovanissimi non organici a nessun clan). Matteo aveva sì frequentazioni nel sottobosco criminale del lotto O ma non era mai apparso in alcuna informativa delle forze dell’ordine ragion per cui gli investigatori starebbero pensando ad uno sgarro maturato comunque in ambienti collaterali alla malavita. Inoltre non era mai stato fermato nemmeno in compagnia di affiliati al clan. Le novità investigative dell’ultima ora rimescolano il quadro.

La ricostruzione dell’omicidio di Gennaro Matteo a Ponticelli

Secondo la prima ricostruzione Matteo è stato colpito da dieci colpi tra il torace, il collo e l’addome. Stava percorrendo con la sua auto via Luca Pacioli quando i killer (forse due) lo hanno travolto con la loro pioggia di piombo. inutili i soccorsi e il trasporto nel vicino Ospedale del Mare dove Matteo è morto subito dopo il ricovero. Il dato che fa maggior impressione è costituito dal fatto che i carabinieri avrebbero repertato soltanto un bossolo, segno evidente che la maggior parte dei colpi è andato a segno, chiara manifestazione di volontà che il commando lo voleva morto. Ancora da capire però, se sgarro è stato, che tipo di ‘affronto’ possa aver fatto Matteo per essere ucciso in maniera così cruenta.

 

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