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Attentato nel bar Tel Aviv, 2 morti e diversi feriti: ucciso l’uomo armato

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Si è conclusa con la sua uccisione la ricerca dell’attentatore che nella notte di giovedì ha aperto il fuoco in un bar di Via Dizengoff uccidendo due persone e ferendone altre. La centralissima Via Dizengoff, centro della movida della città israeliana e spesso affollata il giovedì sera, è stata il palcoscenico di un attentato messo in atto da un giovane palestinese.

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Le dinamiche dell’attentato 

L’attentatore ha aperto il fuoco intorno le nove di sera in un bar, dopo aver ferito svariati clienti fugge dal locale e da lì scatta la caccia all’uomo che si protrarrà per nove ore. Durante le nove ore di caccia a tutti gli abitanti di Tel Aviv è stato consigliato di rimanere nelle proprie abitazioni. Due dei feriti, subito soccorsi e trasportati in ospedale, hanno perso la vita. Tra gli altri feriti ancora in ospedale c’è chi sembra lottare per la sopravvivenza. Gli agenti della polizia sono stati facilitati nella caccia all’uomo dalle immagini delle telecamere di sicurezza.

Fermato e ucciso l’attentatore 

Le telecamere che normalmente riprendono giovedì di festa e movida, ieri sono stati degli occhi fondamentali per testimoniare il terrore creato dall’uomo e le sue caratteristiche fisiche. La polizia inizia quindi la caccia concentrandosi su un solo attentatore. Dall’inizio infatti si era convinti che l’uomo avesse agito da solo, i servizi di sicurezza israeliani hanno poi riconosciuto l’uomo e sembrano confermare che il palestinese non avesse complici. Durante le nove ore di ricerca l’uomo ha percorso un tragitto di vari chilometri, precisamente si è mosso sulla traiettoria che da Tel Aviv va a Jaffa. L’uomo si trovava nei pressi di una moschea quando è stato riconosciuto e fermato. L’attentatore alla vista degli inseguitori avrebbe iniziato a sparare, motivo per cui la polizia avrebbe ricambiato il fuoco. Il giovane palestinese è morto a seguito della sparatoria.

La radio militare ha riferito che il giovane palestinese di 29 anni si chiamava Raed Fathi Hazem. Il giovane viveva a Jenin, nella Cisgiordania settentrionale e a quanto risulta la sua famiglia sembra essere collegata con al-Fatah, un organizzazione politica della resistenza palestinese. Nelle moschee di Jenin hanno affermato che l’attentatore militava per ‘Brigate dei martiri di al-Aqsa‘. La formazione era legata ad Al-Fatah, ma anche vicina alla Jihad islamica.

Le parole del premier israeliano 

L’attentato per ora non è stato oggetto di rivendicazione, ma il premier israeliano sembra preoccupato dall’accaduto. Naftali Bennett precisa che Israele: “resta in massima allerta” per “ogni altro attentato o attacchi imitativi“. Il premier ha inoltre ringraziato le forze di sicurezza che stamattina hanno ucciso l’attentatore. Israele ha chiuso il valico di Gilboa con la Cisgiordania da dove è giunto il palestinese. Bennet ha preso la decisione durante una riunione di sicurezza da lui presieduta. Il premier ha inoltre ordinato di indagare sui familiari per verificare se tra di loro ci siano complici. Sotto l’occhio del mirino in particolare vi è il patrem, ex graduato dei servizi di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese.

Anche il presidente del consiglio europeo si è esposto sull’accaduto tweettando:”Inorriditi dall’ennesimo attacco terroristico contro il popolo israeliano, questa volta a Tel Aviv“. Stamattina Gerusalemme ha visto l’arrivo di 3000 agenti per affrontare possibili tensioni. Preoccupa infatti la giornata di oggi, in particolare il momento delle preghiere nella Spianata delle Moschee per il primo venerdì del Ramadan.

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