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Autopsia sulla salma di Messina Denaro, il suo oncologo: “E’ arrivato sereno alla morte”

Autopsia sulla salma di Messina Denaro, il suo oncologo E' arrivato sereno alla morte
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La Procura dell’Aquila, di concerto con la procura di Palermo, ha deciso di disporre «l’autopsia sulla salma di Matteo Messina Denaro, persona notoriamente afflitta da gravissima patologia». Il boss è deceduto poco prima delle 2 a causa di un tumore al colon. L’autopsia verrà eseguita nell’ospedale dell’Aquila.

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Messina Denaro “ha sempre accettato la malattia con dignità”

Matteo Messina Denaro »ha sempre accettato la malattia con dignità». Così all’Adnkronos Luciano Mutti, primario del reparto di Oncologia presso l’ospedale San Salvatore de L’Aquila, dove il boss di Cosa Nostra è stato ricoverato prima di morire, la scorsa notte, per le conseguenze del tumore al colon dal quale era affetto
«È sempre stato un paziente interessato a seguire e a conoscere tutti gli step del decorso della sua patologia, in maniera anche abbastanza partecipe; all’apparenza era sereno, sereno come può esserlo un uomo consapevole di essere affetto da una malattia incurabile, che lo porterà alla morte», racconta ancora Mutti, che dirige il reparto di Oncologia dell’ospedale San Salvatore. «Abbiamo avuto un buon rapporto medico-paziente. Poi, 15 giorni fa l’ho lasciato alle cure palliative e non l’ho più visto, nell’ultimo periodo era sempre sedato», conclude l’oncologo.

Il fratello di Di Matteo: “Il perdono è impossibile”

«Ancora devo metabolizzare la notizia. Con sé si porta dietro tanti segreti. Ero certo che non avrebbe collaborato». A dirlo all’Adnkronos è Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe, il bambino strangolato e poi sciolto nell’acido, su ordine, tra gli altri, di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato, e Matteo Messina Denaro, nel giorno della morte dell’ex primula rossa.

Nelle ore immediatamente successive all’arresto del padrino di Castelvetrano, avvenuto lo scorso 16 gennaio a Palermo, Di Matteo parlando con l’Adnkronos aveva spiegato: «Mi auguro che possa vivere il più a lungo possibile per avere una lunga sofferenza, la stessa che ha imposto a mio fratello, un ragazzino innocente».

Il fratello di Borsellino: “Si è fatto curare dallo Stato”

«Se fossi credente, visto che non c’è stata una giustizia in terra, potrei confidare in una divina, purtroppo essendo laico non posso sperare neppure in quella. L’arresto di Matteo Messina Denaro non è stata una vera e propria cattura, sapeva di essere malato e ha pensato di farsi curare dallo Stato invece che in latitanza. Oggi, con la sua morte si porta i suoi terribili segreti nella tomba. D’altra parte era impensabile che un criminale di quello spessore si potesse pentire. Era assolutamente improbabile». Lo dice all’Adnkronos Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ucciso nella strage di via D’Amelio insieme agli agenti della scorta, dopo la morte dell’ex primula rossa. «Con la sua fine non credo si chiuda niente – aggiunge -. La mafia non è stata sconfitta, anzi è più forte di prima. Non parlo di quella degli anni ’90, della Cosa nostra stragista, ma di una mafia molto più pericolosa, che si è insinuata nell’economia, nelle amministrazioni, che è si resa invisibile e che, per questo motivo, è difficile da scoprire ed estremamente più pericolosa». C’è amarezza nelle parole del fondatore del movimento delle Agende rosse. «Non ho motivo per rallegrarmi. Penso solo che oggi è morto un criminale, ma nessuno mi ridarà mio fratello né la verità sulla strage in cui ha perso la vita».

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