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domenica, Giugno 30, 2024
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“Avolio non doveva essere ammazzato”, il retroscena del pentito sulla lotta per Chiaiano

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La mattina del 24 giugno del 2021 Antonio Avolio venne ucciso mentre percorreva in  scooter via Comunale Vecchia Piscinola. La matrice camorristica dell’omicidio appariva sin da subito evidente, oltre che per le modalità dell’azione, anche per la nota vicinanza della vittima al gruppo criminale di Ngopp Miano.

Il collaboratore di giustizia Emmanuele Palmieri avrebbe ammesso di aver partecipato in prima persona la preparazione dell’agguato ed era stato inoltre designato per la sua concreta attuazione, anche se all’ultimo momento per imprevedibili circostanze mancava di presentarsi all’appuntamento concordato, salvo poi adoperarsi per recuperare l’Isaia, subito dopo il compimento il raid.

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Per l’agguato mortale sono stati indagati Luca Isaia, Palmieri, Fabio Pecoraro, Salvatore Ronga, Antonio Scognamiglio, Giovanni Scognamiglio e Pasquale Scognamiglio.

“Dovevamo dargli solo una lezione”, il retroscena sull’omicidio Avolio

Palmieri attribuirebbe il ruolo di esecutore materiale a Isaia, colpevolezza riscontrata dagli inquirenti grazie alle immagini acquisite e dai risultati dell’intercettazioni telefoniche, mentre l’ex affiliato si sarebbe occupato del recupero del sicario e dell’occultamento dell’arma.

Dunque l’omicidio sarebbe imputabile al gruppo Scognamiglio il quale così avrebbe voluto legittimare la propria supremazia nel quartiere Chiaiano in risposta ad alcuni precedenti incursioni del gruppo Pecorelli. Il pentito ha parlato del raid in un verbale del novembre 2021: “Quanto ad Antonio Avolio non doveva essere ammazzato, dovevamo dargli solo una lezione, perché dava fastidio agli spacciatori a privato di Chiaiano gestiti da noi Scognamiglio“.

Omicidi Avolio e Milano, arrestati i responsabili della faida tra gli eredi dei Lo Russo

La Direzione Distrettuale Antimafia ha fatto luce sugli omicidi Antonio Avolio e Salvatore Milano avvenuti nella faida tra gli eredi del clan Lo Russo. Il primo è avvenuto il 24 giugno 2021 via Comunale Vecchia Piscinola a Miano mentre il secondo è stato condotto il 22 aprile 2021 in via Vittorio Veneto.

La Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare custodiale, emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 16 soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, omicidi, lesioni, esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e detenzione di sostanza stupefacente, commessi per agevolare il clan Lo Russo e con l’aggravante del metodo mafioso.

L’attività investigativa condotta, dal febbraio 2021 al 2022, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, Sezione Catturandi, e del Commissariato P.S. di Scampia, con l’ausilio della Squadra Mobile di Perugia e dei Commissariati di P.S. di Giugliano e di Anzio, ha consentito di raccogliere elementi probatori in ordine all’esistenza, struttura e operatività dei gruppi criminali Scognamiglio e Pecorelli, entrambi articolazioni del clan Lo Russo i quali, con estrema ferocia, si sono contesi la leadership nei quartieri napoletani di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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