Lascia il carcere ed ottiene i domiciliari Giuseppe Cerrone, di Scampia, condannato in appello per aver fatto parte della banda dei cavalli di ritorno.Il tribunale ha accolto l’istanza dell’avvocato Luca Gili ed ha disposto i domiciliari per l’uomo, che stava scontando in carcere la pena comminata di 7 anni.
L’operazione
Nel corso dell’operazione «Febbre da cavallo» gli investigatori trovarono 50 tra auto e motocicli provento di furto o di rapina. Tutti i mezzi furono restituiti a proprietari. A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’era un uomo agli arresti domiciliari per un’altra vicenda estorsiva. L’indagato gestiva il business del mercato in tutta la zona dell’area a nord di Napoli e in diversi comuni dell’hinterland. Lo schema seguito era quasi sempre lo stesso. Dopo il furto o la rapina le vittime venivano contattate. E pagavano delle somme di denaro – c’era un vero e proprio tariffario a seconda dell’auto rubata – per poter tornare in possesso dei loro beni. Ma c’era anche chi individuato il «referente di zona» dell’organizzazione andava a pagare. Per alcuni è scattata la denuncia per favoreggiamento personale
Il business era gestito da Carmine Cerrone. Nonostante fosse ai domiciliari continuava a gestire con tranquillità il giro d’affari, dando ordini dal balcone della sua abitazione. Ma era controllato dai carabinieri che avevano piazzato delle cimici nei pressi della sua abitazione.