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“Gestiscono le piazze di cocaina del Parco Verde”, le dichiarazioni dei pentiti contro i Bervicato

Nel riquadro Domenico Bervicato
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Contro i Bervicato raggiunti nelle scorse ore da ordinanza di custodia cautelare in carcere per traffico di droga (con Domenico Bervicato indagato anche per l’omicidio di Antonio Natale) ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che inchiodano il ‘sistema’ del Parco Verde di Caivano. Le prime dichiarazioni sono state rese da Vincenzo Iuorio, ex ras dei Sautto-Ciccarelli: “I Bervicato gestiscono la piazza di spaccio al Parco Verde. In particolare, alla pari di tutte le altre piazze di spaccio venivano gestite in modo tale che dovevano acquistare la sostanza solo da noi, altrimenti non potevano spacciare a Caivano. In tal modo noi, clan Sautto-Ciccarelli gli fornivamo la roba e loro guadagnavano perchè la vendevano sul territorio in tranquillità e anche noi guadagnavano perché vendevamo in esclusiva a tutte le piazze di Caivano. l i termine che io adopero con riferimento ai Bervicato quali “affiliati” riguarda tutti i gestori della piazza di spaccio di Caivano. La piazza che non si affiliava non poteva vendere a Caivano perchè noi dovevamo avere il controllo esclusivo”. Ancora più circostanziate le dichiarazioni di Lami Stofardo che parla in particolare anche di Antonio Natale:“Conosco Antonio Natale perché l’ho visto lavorare nei Rione IACP del parco verde di Caivano lo scorso aprile- maggio del 2021, anzi più precisamente agli inizi di maggio. Lavorava esattamente nella piazza di spaccio gestita dai Bervicato al quarto piano della palazzina ove abitava ed è morta la bambina Fortuna. I Bervicato trattano cocaina e ultimamente anche erba”.

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Gli articoli precedenti: Stangata contro i Bervicato

Una fiorente attività di spaccio gestita da una ben strutturata organizzazione criminale. Questo quanto scoperto ieri dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria e della Tenenza di Caivano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro esponenti della famiglia Bervicato: Domenico (già indagato per l’omicidio di Antonio Natale come riportato in anteprima da Internapoli), GiovanniMassimo e Francesco Bervicato. Il provvedimento restrittivo è stato richiesto al Giudice per le indagini preliminari di Napoli dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura partenopea nei confronti dei quattro indagati, poiché ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di aver diretto e gestito un’associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti avente la “sede operativa” nel Parco Verde del comune di Caivano.

Stangata contro i Bervicato: tutto è partito da un servizio delle ‘Iene’

Indagini partite da un’annotazione di polizia giudiziaria redatta dai carabinieri della tenenza di Caivano a seguito di un filmato ricevuto dalla redazione del programma televisivo ‘Le Iene’ che riprendeva alcune piazze di spaccio esistenti a Caivano tra cui una nel Parco Verde all’interno delle cosiddette ‘case marroni’. Il particolare è contenuto nell’ordinanza di non convalida del fermi e applicazione della custodia cautelare in carcere per Domenico Bervicato. Molte di quelle ricostruzioni investigative sono confluite nella nuova ordinanza contro i Bervicato. Particolare è la modalità di spaccio esistente all’interno del complesso: come riportato nell’ordinanza i carabinieri hanno documentato che l’attività all’interno della piazza di spaccio avveniva con una modalità consolidata per evitare controlli: l’acquirente si reca direttamente presso un appartamento, ubicato al quarto piano, e dopo il preliminare riconoscimento dell’acquirente, gli viene consentito l’accesso attraverso diversi ingressi per poter acquistare la droga. A capo di tale piazza vi sarebbero appunto i Bervicato. Particolare confermato anche dalle testimonianze di numerosi acquirenti che avrebbero identificato i Bervicato come loro procacciatori per le sostanze stupefacenti.

L’articolo precedente: Domenico Bervicato indagato per l’omicidio di Antonio Natale

Prima importante svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Antonio Natale, il ragazzo di Caivano scomparso nel nulla il 4 ottobre e poi trovato cadavere in un terreno. È indagato per omicidio Domenico Bervicato, il giovane del Parco Verde sottoposto a fermo qualche giorno fa per droga. Bervicato (difeso dall’avvocato Leopoldo Perone) è dunque coinvolto in due inchieste. Una è per lo spaccio di droga, accusa per cui è stato fermato e portato in carcere prima di partire per l’estero, e la seconda per la morte tragica di Antonio Natale, per cui è indagato per omicidio. Le indagini sono ancora allo stato preliminare e vanno avanti serrate. La famiglia di Antonio Natale ha più volte puntato il dito contro i Bervicato, accusati di aver coinvolto l’ex pizzaiola nel brutto giro della droga.

Il sequestro e la perizia sull’auto

L’inchiesta che sta cercando di far luce sull’omicidio di Antonio Natale potrebbe essere ad una svolta. Il pubblico ministero ha infatti disposto accertamenti tecnici e il conseguente sequestro di una Smart For Four: per gli inquirenti è l’auto su cui Antonio è stato visto salire l’ultima volta. Dell’ispezione, che si terrà nei prossimi giorni, è subito stato informato il legale di Domenico Bervicato, l’avvocato Leopoldo Perone, con le parti che avranno facoltà di nominare propri consulenti. Dalle sommarie informazioni rilasciate da un conoscente dei due giovani pare che Bervicato e Natale siano stati visti a bordo dell’auto il giorno 4 ottobre: i due dovevano comprare degli abiti in un rinomato negozio nel centro di Napoli. Circostanza confermata dai rilievi tecnici effettuati dalla polizia che ha accertato che l’auto in questione sarebbe stata immortalata da una telecamera in zona Riviera di Chiaia dove si trova il negozio. Gli accertamenti tecnici si rendono necessari per verificare l’eventuale presenza di tracce ematiche o biologiche all’interno della vettura. Tra i primi a parlare dell’auto il fratello di Antonio:«Mia mamma già due mesi fa voleva denunciare mio fratello per le cattive frequentazioni che aveva, persone legate allo spaccio di droga. L’auto di Domenico, una Smart, era danneggiata su una fiancata quando è tornata al Parco Verde. Stesso la sera è andato da un carrozziere e l’ha fatta aggiustare». Un nuovo colpo di scena dunque nella vicenda che sta tenendo col fiato sospeso tutta l’area nord.

L’omicidio di Antonio Natale: l’arresto di Domenico Bervicato

Domenico Bervicato era stato arrestato nei giorni scorsi. L’indagato deve  rispondere di omicidio e associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Stando alle informazioni filtrate in ambienti investigativi Bervicato era in possesso di un biglietto aereo per una nota meta turistica, Sharm el Sheik: secondo il pubblico ministero, il giovane avrebbe dunque potuto provare a far perdere le proprie tracce una volta partito da Napoli. La famiglia Bervicato, di contro, ha comunque sempre sostenuto la propria totale estraneità rispetto all’omicidio di Antonio Natale tanto da presentarsi spontaneamente qualche settimana fa in caserma quando il loro nome era iniziato a circolare sui social. Il 18 ottobre poi il rinvenimento del corpo fino all’ultima svolta di queste ore con l’auto sequestrata, la stessa dove per gli inquirenti Antonio Natale avrebbe compiuto il viaggio che l’ha portato poi alla morte. Una vicenda dai troppi contorni oscuri. Tanti misteri da svelare e una guerra di perizie che si preannuncia lunga ed estenuante.

 

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