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Arzano, la camorra alza il tiro: manifesti di morte per il Comandante Biagio Chiariello

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La camorra alza il tiro, minacce di morte al comandante Biagio Chiariello, manifesto funebre affisso all’interno del comando della Polizia locale. Carabinieri in azione indagano a 360 gradi. Camorra e politica deviata insofferenti alla legalità e allo Stato. Forse qualcuno vorrebbe farlo andare via da Arzano.  Una notizia drammatica quella giunta pochi minuti fa. All’interno del comando della Polizia locale è stato rinvenuto, affissi sul muro interno al parco macchine, un necrologio contro il comandante Chiariello impregnato da tempo al ripristino della legalità e alla lotta contro il clan della 167.

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All’interno del comando della Polizia locale è stato rinvenuto, affisso sul muro interno al parco macchine, un necrologio per il comandante Chiariello impegnato da tempo al ripristino della legalità e nella lotta contro il clan della 167. Un manifesto funerario con tanto di foto del comandante e con scritte frasi eloquenti: “È mancato all’affetto dei suoi cari. Il 10 marzo è deceduto il signor Biagio Chiariello”. Ancora: “Colonnello qui siamo ad Arzano no a Frattamaggiore qui il casino non ci piace”. Concludendo: “i familiari e i parenti ne danno il triste annuncio”.

Arzano, la camorra alza il tiro: manifesti di morte per il Comandante Biagio Chiariello

Sul grave episodio indagano i carabinieri. Il caso fa seguito ad un altro recente “avvertimento camorristico” su cui sta già lavorando la Procura. Aveva infatti subito minacce durante il censimento degli alloggi occupati abusivamente nella rione della 167 di Arzano, roccaforte dell’omonimo clan della camorra. Sull’ultima grave vicenda si indaga però a 360 gradi.

Sulla vicenda è intervenuto subito con parole di condanna, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Il senatore Morra, proprio qualche settimana fa era stato in visita ad Arzano e nella roccaforte del clan della 167, unitamente al senatore Ruotolo, a don Maurizio Patriciello, e al comitato di liberazione della camorra a nord di Napoli dopo la precedente minaccia subita dal comandante Chiariello.

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