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Bimbo avvelenato dalla mamma, è polemica per la scena in Un Posto al Sole

Bimbo avvelenato dalla mamma, è polemica per la scena in Un Posto al Sole
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Sta facendo discutere la storia di Lara e del piccolo Tommy in un Posto al Sole.  A suscitare scalpore, è stata la scelta di mostrare a schermo il momento in cui Lara ha dato il latte al piccolo, dopo avere versato al suo interno delle gocce misteriose. Molti fans hanno attaccato gli sceneggiatori. Anche l’attrice Chiara Conti è stata oggetto di critiche e offese, tant’è che ha fatto un post sui social:
“Ci tengo tantissimo a fare questo post e mi scuso se dirò alcune banalità, ma ho letto troppi commenti sull’ultima puntata e ritenevo doveroso dire la mia su questa vicenda. Quella in foto è @chiaracontireal non Lara Martinelli. Lara è un personaggio terribile che non ha scusanti, se non da ricercare in una condizione psichiatrica molto labile. Chiara è un’attrice brava e talentuosa che sta rendendo benissimo questo personaggio. Venerdì, vederla compiere quel turpe gesto, mi ha dato letteralmente i brividi. Quello sguardo spento e triste ma allo stesso tempo determinato mi ha decisamente emozionato ed è tutto merito della sua interprete ed ovviamente di un’ottima scrittura del personaggio. Ora se voi odiate Lara è perché Chiara sta facendo un lavoro splendido con questo personaggio. Lara è uno dei migliori villain che abbia mai visto in Upas. Si tratta di una donna mentalmente disturbata che crede di agire per amore e che non riesce a discernere il bene dal male. Io sto odiando sicuramente Lara ma allo stesso tempo sto amando Chiara, che sta affrontando una prova molto difficile da attrice”.

Le parole di Paolo Siani

Il medico Paolo Siani ha voluto parlare del tema.  “Gli autori della puntata del 3 maggio di “un posto al sole” hanno affrontato un tema molto complesso, una patologia rara in campo pediatrico, la Sindrome di Münchhausen per procura.
Si tratta di un disturbo mentale che affligge per lo più donne madri che le spinge ad arrecare un danno fisico al figlio/a per attirare l’attenzione su di sé.
Gli spettatori della straordinaria fiction della rai creata da Giovanni Minoli nel 1994 e seguita da oltre due milioni di telespettatori , sanno che è la mamma a procurare la malattia del bambino ( perché si fa vedere che somministra un farmaco nel biberon) e quindi fa sembrare che la diagnosi sia facile.
Invece non possono sapere, i telespettatori, che la diagnosi di Sindrome di Münchhausen per procura è molto lunga e complessa e il tempo medio per arrivare alla diagnosi è di circa 6 mesi, ed è frequente il fenomeno del medical shopping e i medici, di qualsiasi ospedale in qualsiasi parte del mondo, restano essi stessi vittime dell’ inganno del genitore abusante.
L’idea che il malessere del bambino sia procurato dalla madre risulta sempre insospettabile, in quanto queste madri sono sempre , premurose, costantemente presenti e attente nel prendersi cura della salute dei figli.
I medici, tutti i medici, sono costretti a fare innumerevoli indagini per arrivare alla diagnosi in quanto i sintomi non sono caratteristici di malattie conosciute e questo confonde i pediatri e gli altri clinici e li induce ad ulteriori accertamenti.
Ecco tutto questo dovrà essere spiegato ai telespettatori nelle prossime puntate, e siamo certi che sarà fatto conoscendo la bravura e la sensibilità degli autori, anche perché i medici dell’ospedale pediatrico napoletano conoscono molto bene questa sindrome”.
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