Uno zainetto rosso sulle spalle, cappellino nerazzurro in testa e sul dorso della mano un numero di telefono. Quando è arrivato al confine ha mostrato la busta di plastica che aveva con sé e al cui interno c’era il suo passaporto.
È la storia di un ragazzino di 11 anni riuscito ad arrivare da Zaporizhzhia, dove qualche giorno fa era stata attaccata la centrale nucleare, fino alla Slovacchia. Imbacuccato nel giacchetto blu e la sciarpa lilla, il bambino ha lasciato i genitori ed è arrivato da solo al confine, percorrendo circa 1200 km. A raccontare l’episodio è lo stesso ministero dell’Interno slovacco sul proprio profilo Facebook. “I volontari – si legge – si sono volentieri presi cura di lui, lo hanno portato al caldo e gli hanno fornito cibo e bevande”. Ha conquistato tutti con il suo sorriso “senza paura e con la determinazione degni di un vero eroe”. Dopo averlo accolto, i volontari hanno composto il numero di telefono mettendolo in contatto con i “suoi cari che sono venuti a prenderlo”, nel più classico dei lieto fini.
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Il leader della Lega Matteo Salvini è stato contestato al suo arrivo alla stazione Przemysl, la cittadina ad una decina di chilometri al confine con l’Ucraina. Il sindaco della città Wojciech Bakun ha prima ringraziato l’Italia e poi ha mostrato una maglietta con il volto di Putin e rivolgendosi a Salvini ha detto: “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo”. Anche un gruppetto di italiani ha contestato il leader leghista urlando: “Buffone”. Salvini non ha raccolto la provocazione dicendo di essere lì per portare “aiuti e la pace”.
“Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra”, ha replicato Matteo Salvini dopo la contestazione alla stazione di Przemysl.
La replica – “Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra”. Con queste parole ha risposto Matteo Salvini dopo la contestazione alla stazione di Przemysl. “È opportuno salvare donne e bambini”.”Secondo me si, portare medicine, vestiti, giochi e portare in Italia donne e bambini, ne vale sempre la pena, per la polemica politica c’è sempre tempo”, ha aggiunto. “Sono il primo politico a venire qui? Spero ne arrivino altri, se ciascuno fa il suo e aiuta una famiglia…la Polonia sta facendo tantissimo, un milione di rifugiati, mentre l’Europa dovrebbe fare di più. La Polonia è lasciata un po’ da sola”, ha concluso Salvini.