Home Attualità e Società Briatore: “Mio figlio farà il cameriere, poi eventualmente il padrone”

Briatore: “Mio figlio farà il cameriere, poi eventualmente il padrone”

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Al fine di chiarire una questione inerente ad un discorso sui falegnami nel programma “Cartabianca”, Briatore pubblica un video social dove chiarisce ciò che intendeva. In questo discorso subentrano anche dei riferimenti al figlio Nathan Falco.

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Sommerso dalle critiche

Nei giorni scorsi l’imprenditore Flavio Briatore si è trovato al centro di numerose critiche. Il movente di queste accese invettive si riferiscono ad un discorso pronunciato dall’uomo d’affari nel programma televisivo ‘Cartabianca’. Tra 20 anni non ci saranno più falegnami, muratori o artigiani. Al giorno d’oggi i genitori mandano i figli all’università”. Questo uno dei tratti più esplicativi e attaccati del discorso. Gli utenti che hanno preso visione di questi contenuti l’hanno accusato di classismo, denigrazione dell’ambito universitario e generalizzazione sul mondo dell’imprenditoria italiana nel futuro. Dopo la cascata di critiche Briatore torna sull’argomento pubblicando un video che indirizza agli haters al fine di chiarire il senso, incompreso, delle sue parole. L’imprenditore coglie l’occasione per palesare ulteriori ideologie. Al centro di queste digressioni vi è il figlio, Nathan Falco.

Il riferimento al figlio   

Dopo aver marcato ulteriormente sulle proprie convinzioni, svincolandosi dalle critiche, Briatore coglie l’occasione per illustrare altre idee. Nell’esposizione di queste, spicca il riferimento al figlio, Nathan Falco, nato dalla relazione con l’ex moglie: Elisabetta Gregoraci. “Al di là della sua condizione sociale, se mio figlio vorrà mai venire a lavorare con me dopo il liceo e, soprattutto, se si dimostrerà appassionato al lavoro, inizierà facendo il cameriere, non il padrone. Soltanto dopo 6 o 7 anni se andrà bene potrà pure diventare il capo”. Queste le dichiarazioni del patron del Billionaire e di Crazy Pizza.

Il discorso di Briatore 

“Sostengo che l’Italia sia una grande potenza, il tessuto industriale che ne deriva è concentrato ed esteso. Grazie alle industrie al nord, al centro e al sud i giovani di oggi possono rimarcare le orme dei genitori e svolgere lavori manuali. Purtroppo la difficoltà di queste aziende deriva dai mancati finanziamenti del governo. Ovviamente con questo non intendo sminuire l’istruzione. Tali lavori dovrebbero essere svolti soltanto dopo il conseguimento della Maturità. Credo che il problema che arresti la potenzialità dell’Italia sia la mancanza di aiuto dal punto di vista fiscale. Se i giovani avessero maggiori possibilità di svolgere il lavoro dei genitori potrebbero conseguire una scelta più consapevole tra lavoro e università. In questo modo alcuni non aspetterebbero i 24-25 anni per ricevere 1200 euro al mese. Mi dispiace doverlo dire ma l’università sarà per l’80% identificata da disoccupati, mio figlio non farà l’università”.     

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