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Caivano. Accusato di maltrattamenti ai danni della compagna, ridotta la pena in Appello

Caivano. Accusato di maltrattamenti ai danni della compagna, ridotta la pena in Appello
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Accusato di maltrattamenti ai danni della compagna, la Corte di Appello di Napoli
riduce la condanna inflitta in primo grado.
Un trentaseienne di Caivano, O. A., già gravato da precedenti, veniva denunciato
dalla fidanzata ad Aprile del 2019 per averla, in diverse occasioni, aggredita con calci
e pugni al volto ed averle dato un morso allo zigomo. In altra circostanza le sferrava
un pugno in pieno volto ed in un’altra ancora la colpiva al capo col telefonino.
L’ultima volta, quella in cui la donna si era decisa a denunciare, l’uomo le aveva
sferrato un pugno al volto fratturandole le ossa nasali. Il tutto era da ricondurre alla
gelosia nutrita dall’uomo nei confronti di un’amica della ragazza, amicizia che
l’imputato riteneva deviante per la compagna, al punto da suscitare le sue reazioni
violente ogni qualvolta aveva conferma della frequentazione tra le due donne. Tutti i
fatti denunciati dalla donna venivano confermati anche da persone presenti che
rendevano informazioni ai carabinieri di Caivano.

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Innanzi il Tribunale di Napoli Nord, l’uomo veniva condannato dal GM Sordetti alla
pena di anni due mesi sei di reclusione, processo che perveniva a definizione solo a
seguito del consenso prestato dal difensore di ufficio, il quale, incurante delle
numerose assenze della p.o. indicative di un suo disinteresse al processo e di alcune
discrasie nelle testimonianze raccolte, acconsentiva all’acquisizione di tutti gli atti
consentendo al Giudice di pervenire alla decisione sulla base del solo racconto della
persona offesa.

Con la fissazione dell’udienza innanzi la Corte di Appello, cui l’imputato ricorreva
assistito dal difensore di fiducia avv. Giuseppe Tuccillo del Foro di Napoli, si
presentava anche la persona offesa. La donna, oltre a riferire che il rapporto con
l’uomo si era evoluto in una convivenza, chiedeva alla Corte di rimettere la querela,
richiesta che non veniva ritenuta accoglibile alla luce delle gravi contestazioni mosse
all’imputato.

Nel corso della relazione effettuata dal Giudice relatore, infatti, veniva posto in
risalto proprio il ripetuto comportamento violento tenuto dall’uomo per ragioni
assolutamente inconsistenti, tanto che il Procuratore Generale insisteva per la
conferma della condanna.
All’esito della camera di consiglio, la Corte accoglieva parzialmente l’appello
proposto dall’avv. Tuccillo, riducendo la pena inflitta ad anni uno mesi sei di
reclusione. La difesa attende ora il deposito della motivazione per valutare ulteriore
ricorso

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