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Camorra a San Giovanni a Teduccio, annullata la sentenza per i boss Gennaro e Luigi D’Amico

Nel fotino Umberto Luongo
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Poche ma importanti sorprese nella sentenza della Corte di Cassazione inerente il processo per per ras e gregari del clan D’Amico di San Giovanni a Teduccio, ‘costola’ del clan Mazzarella. Una decisione che segue quella del febbraio del 2021 quando arrivarono le decisioni d’appello per i ‘Gennarella’ (leggi qui l’articolo). Tra i reati contestati a vario titolo quelli di associazione di stampo mafioso, estorsione e droga. La Suprema Corte (II sezione penale) ha annullato per Luigi Varlese sull’aggravante relativa all’articolo sette mentre per Umberto Luongo (difeso dagli avvocati Giuseppe Pefetto e Salvatore Impradice) è arrivato l’annullamento riguardante la determinazione sulla pena. Meglio ancora è andata a Gennaro e Luigi D’Amico per i quali è stato stabilito l’annullamento senza rinvio: in secondo grado i due avevano rimediato 25 e 28 anni di reclusione. Gli Ermellini per il resto hanno confermato le condanne rimediate in secondo grado, Antonio Boccia sette anni,  Ciro Ciriello, colonnello proprio del boss D’Amico condannato a 20 anni e 8 mesi, Maria MariglianoSalvatore MariglianoMario NotturnoLuigi Varlese a nove anni e sei mesi. Pene confermate anche per Vincenzo AcampaSalvatore D’AmicoGennaro ImprotaGiovanni Improta, Antonio e Luigi Marconicchio.

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