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Camorra del Cavone. Esposito ‘signore’ di piazza Dante dopo l’omicidio del fratello del boss

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Salvatore Esposito divenne ‘padrone’ assoluto del Cavone di piazza Dante dopo l’omicidio di Carmine Lepre ‘Polpettone’. E’ questo quanto emerso in anni di indagine e di riscontri finalizzati a decriptare codici criminali e assetti della mala di una parte del centro storico di Napoli, quell’area che fino a dieci anni fa era feudo incontrasto di Ciro Lepre ‘o sceriff. Questo lo scenario prima del rocambolesco agguato di vico Nocelle nel corso del quale fu ucciso lo stesso Esposito insieme a Ciro Marfè nel corso di un summit che doveva inaugurare una nuova alleanza criminale tra i vicoli. Ben prima però si era consumato il rovesciamento dell’ancient règime camorristico.

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Vi è da cdire che quando fu organizzato l’omicidio di ‘Polpettone’ fu conclamata la scissione all’interno dei Lepre. Da una parte il clan storico e dall’altra gli Esposito-Festa e proprio tra quest’ultimi c’erano i killer di Carmine Lepre. Tra i maggiori sospettati c’è sempe stato  proprio Salvatore Esposito.Un agguato compiuto all’angolo tra via Francesco Saverio Correra, il cuore del Cavone, e via Salvator Rosa a poche decine di metri da dove poi Esposito trovò la morte. Carmine Lepre non pensava di essere nel mirino, ignorando probabilmente la nascita del nuovo gruppo di camorra già allora definito Esposito-Festa dagli investigatori, poi a loro volta scissisi con i contrasti tra lo stesso Esposito e Francesco Festa. Polpettone fu dunque ucciso, a parere dei titolari delle indagini di allora, da sicari del gruppo Esposito-Festa per dare un segnale forte allo storico clan del Cavone (non ci sono indagati ufficiali); non perché Polpettone fosse in quel periodo il reggente dell’organizzazione. Sul luogo del delitto i poliziotti trovarono una Vespa a terra, su cui gli accertamenti non hanno trovato elementi utili all’identificazione dei responsabili. Erano passati pochi minuti dalla mezzanotte quando si consumò l’agguato. Carmine Lepre, sanguinante e agonizzante, fu soccorso da un automobilista di passaggio e scaricato davanti all’ingresso dell’ospedale dei Pellegrini. I medici cercarono disperatamente di strapparlo alla morte,ma non ci fu nulla da fare: troppo gravi le ferite e troppo il sangue perduto dal 57enne. Da allora la storia del Cavone non è stata più la stessa.

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