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Camorra di Napoli Est, clamorosa sentenza per il vertice del clan di Barra

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Tutto da rifare per il gotha della mala di Barra. È quanto stabilito questa sera dalla Corte di Cassazione per alcuni tra i capi e i gregari della camorra di Napoli est. L’inchiesta aveva portato all’arresto, il 24 marzo del 2015, di 42 persone ritenute dalla Procura coinvolte anche nel meccanismo dell’assegnazione delle case popolari e nel dominio della criminalità organizzata della zona. Operazione che arrivò al termine di una complessa attività investigativa che aveva permesso di svelare i nuovi assetti criminali tra Barra e Ponticelli. L’operazione portò all’azzeramento, o quasi, dei clan Cuccaro-Andolfi e dei De Micco. Gli ‘ermellini’ hanno previsto l’annullamento con rinvio a un nuovo giudizio per Andrea Andolfi (detto ‘Caccone’classe 1979 e condannato in Appello a 15 anni); annullamento con rinvio per Salvatore Busiello ‘Garibaldi’ (condannato in Appello a 8 anni e 8 mesi); annullamento con continuazione per Ciro Andolfi. Quest’ultimo insieme ad Andrea Andolfi 79 e a Salvatore Busiello erano difesi dall’avvocato Leopoldo Perone. Andolfi ‘Caccone’ e Busiello erano indicati inoltre come capo e promotore del sodalizio, per loro era già arrivata scarcerazione al Riesame per l’omicidio Abrunzo. Annullamento con rinvio anche per Andrea Andolfi ‘o minorenne, Rosario Riccardi e Raffaele Cuccaro (difesi dall’avvocato Michele Basile). La Cassazione ha poi decretato l’annullamento anche per Marco De Micco(difeso da Saverio Senese) mentre ha confermato il carcere a vita per il boss Angelo Cuccaro. Altri due annullamenti sono stati poi stabiliti per Giuseppe Pisani e Raffaele Cuccaro (entrambi difesi dall’avvocato Dario Vannetiello).

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