È un duro colpo ai nuovi ‘signori di Miano’ quello inferto questa notte dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli e da personale della Dia. L’elicottero ha iniziato a sorvolare Miano e la roccaforte del gruppo di via Valente a partire dalla 4 della scorsa notte. Le forze dell’ordine hanno di fatto smantellato il direttivo del gruppo capeggiato da tre giovani ras, Matteo Balzano, Gianluca D’Errico e Salvatore Scarpellini. Tra loro anche Giovanni Borriello sul cui profilo si erano concentrati fin da subito gli inquirenti dopo l’omicidio di Stefano Bocchetti avvenuto un mese fa: Borriello infatti era indicato come persona molto vicino all’uomo ucciso in un circolo a via Valente.
Le indagini della Procura
Per la Procura sono loro ad aver tentato la scalata inaugurando nella parte bassa del quartiere (appunto chiamata ‘Abbasc Miano’) una nuova stagione di terrore cercando di occupare quegli spazi lasciati vuoti dalla deflagrazione del clan Lo Russo anche avvalendosi di familiari di ras un tempo organici ai capitoni. È il caso per esempio di Maria Trambarulo, moglie di Salvatore Silvestri nonchè nipote di Gennaro Trambarulo ‘storico’ esponente dell’Alleanza di Secondigliano, e di Mariarca Bosti, moglie di Luciano Pompeo e un tempo fedelissimo del ras Valerio Nappello. Proprio Silvestri e Pompeo erano stati condannati ieri a 20 anni di reclusione per l’omicidio di Patrizio Serrao.
Ecco come era strutturato il gruppo di ‘Abbasc Miano’.
E’ lì, nella parte bassa di via Valente che avevano costituito la propria roccaforte quei ras che da mesi avevano lanciato il guanto di sfida agli altri gruppi o meglio a coloro che venivano identificati con la ‘vecchia guardia’. Non è un caso che l’ultimo ferimento di sei mesi fa ha interessato Luigi Torino, figlio di quel Salvatore ‘o gassusar che iniziò la sua ‘carriera’ criminale con Ettore Sabbatino e Giuseppe Lo Russo, l’unico dei fratelli a non essersi pentito, l’unico che non ha condiviso la scelta dei suoi fratelli Salvatore, Mario e ultimo Carlo. Proprio su Giuseppe negli ultimi tempi si erano concentrate le attenzioni degli investigatori visto che, stando alle ultime informative, sotto la sua figura carismatica si erano riuniti alcuni ‘irriducibili’ dei tempi che furono. Dopo l’agguato a Torino c’è stato l’attentato incendiario contro l’abitazione di Luigi Cifrone ras facente parte del gruppo di giovani ras che si sono sentiti ‘traditi’ dai primi, come i Perfetto, i Cifrone, gli stessi D’Errico, i Balzano, gli Scarpellini: sono loro, secondo le forze dell’ordine, ad aver lanciato una campagna di ‘apartheid’ contro gli ex capi con striscioni, scritte sui muri (‘Ztl Lo Russo’) e continue minacce a chi in un modo o in un altro è legato al vecchio clan. Oggi anche per loro è arrivata una sfilza di provvedimenti cautelari.
Gli investigatori hanno focalizzato l’attenzione sulle “giovani leve” del clan che, dopo gli arresti e i pentimenti di esponenti di vertice del clan Lo Russo, hanno assunto il controllo della zona. Controllo garantito anche dai legami con affiliati detenuti dai quali, nonostante la detenzione, hanno continuato a ricevere consigli e direttive grazie ai contatti mantenuti dai familiari.