Home Cronaca Campania zona arancione, commercianti su tutte le furie: manifestazioni a Napoli

Campania zona arancione, commercianti su tutte le furie: manifestazioni a Napoli

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Un blocco stradale è in corso sul lungomare di Napoli, nella zona di piazza Vittoria, da parte di alcune decine di ristoratori e pizzaioli che contestano la decisione del governatore De Luca di mantenere la Campania in fascia arancione anziché in quella gialla. L’allentamento delle restrizioni a partire da domani era ampiamente atteso, e ieri è stato confermato dal ministero della Salute, cosa che – spiegano i manifestanti – aveva spinto molti ad approvvigionarsi di derrate per i quattro giorni di riapertura possibili fino alla nuova zona rossa nazionale. Derrate che ora risulteranno inutili e in gran parte deperibili.

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“Il governo ha detto che noi domani siamo zona gialla, chi è De Luca per dirci che dobbiamo morire di fame”, dice un ristoratore. “Dopo 14 ore dall’annuncio di Conte, De Luca ci ha rovinati”.

Sul posto i carabinieri. Per il momento la situazione è tranquilla, a eccezione delle ripercussioni sul traffico in un pomeriggio di mobilità particolarmente intensa a causa dello shopping.

Campania zona arancione: la reazione

«La decisione del governatore di lasciare la Campania in zona arancione è inopportuna e discriminatoria. Un altro colpo mortale a un’economia già in grave difficoltà». È la posizione espressa sui canali social di Confapi Napoli da parte del presidente Raffaele Marrone. «Una decisione peraltro presa, come sempre, in assoluta solitudine e senza alcuna considerazione per le difficoltà di migliaia di piccole e medie imprese che guardavano, con speranza, alla possibilità di riaprire, anche solo tre giorni, per recuperare gli enormi danni provocati da chiusure e crollo delle vendite». «Ci appelliamo al prefetto di Napoli e al governo perché intervengano nel più breve tempo possibile contro questo atteggiamento che mette in crisi l’identità dell’imprenditore. Costretto a inseguire le ordinanze nazionali e regionali che si contraddicono da un’ora all’altra a tutto danno dei livelli di investimenti già in essere e da programmare».

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