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Carabiniere sul libro paga del boss:«Non prendevo soldi dal ras del Parco Verde»

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Lazzaro Cioffi, il carabiniere arrestato nell’ambito dell’ultima inchiesta relativa al narcotraffico sull’asse Olanda-Napoli respinge ogni accusa. Il militare, difeso dal’avvocato Bruno Cervone, è stato interrogato dal Gip Francesca Ferri: il brigadiere deve rispondere di accuse gravissime, alcune delle quali sono costate anche gli arresti domiciliari alla moglie
Emilia D’Albenzio. Nel lungo interrogatorio di ieri mattina, Cioffi si è difeso sostenendo di non essere uno stipendiato del clan come emerge dalle indagini e dalle accuse di Andrea Lollo e Nunzio Montesano i due collaboratori di giustizia che hanno parlato dei rapporti tra il brigadiere, in servizio a Castello di Cisterna, e  Pasquale Fucito ‘o mostr, ras del Parco Verde. Cioffi ha respinto tutte le accuse (anche quelle relative alla vendita di un ristorante a Caserta ad un parente proprio di Fucito) e seppure dice che ha sbagliato a frequentare Fucito (il ras di Caivano andava persino a casa sua e la moglie di Cioffi si occupava del suo bambino), sostiene di non essere uno stipendiato del clan nè di aver favorito il gruppo di Fucito. L’uomo, attraverso il suo legale, ha sostenuto di essersi interessato al lavoro dei colleghi nel parco Verde per fingere un interessamento agli occhi di Fucito.

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