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Castello delle Cerimonie confiscato, i Polese si appellano alla Corte di Strasburgo ma il Prefetto non dà speranze alla famiglia

Castello delle cerimonie confiscato, i Polese si appellano alla Corte di Strasburgo
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Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, chiude il caso del Castello delle Cerimonie: Storia finita, c’è stato abusivismo edilizio accertato dalla magistratura“. Nel frattempo la famiglia Polese ha deciso di appellarsi alla corte di Strasburgo, per il bene della Sonrisa e dei loro 100 dipendenti.

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La decisione del Prefetto di Napoli sul Castello delle cerimonie

Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha chiuso il caso del Castello delle Cerimonie. A margine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con rappresentanti istituzionali e forze dell’ordine, svoltosi oggi 29 febbraio 2024 a Castellammare di Stabia. Oggetto di discussione è  stata anche l’intricata vicenda de La Sonrisa conosciuto da molti come Castello delle cerimonie per il programma omonimo andato in onda su Real Time. Appena il provvedimento della Corte di cassazione sarà trasmesso al comune di Sant’Antonio Abate scatterà l’acquisizione al patrimonio pubblico.  Una dichiarazione che gela i lavoratori, scesi in piazza una settimana fa per difendere il proprio posto di lavoro. Ad oggi non è ancora chiaro quale potrebbe essere la destinazione del grand hotel, visto che il sindaco di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, aspetta di conoscere i tempi previsti per l’acquisizione. Tre sono gli scenari che si potrebbero verificare: “la demolizione, il riuso per scopi sociali o il mantenimento della destinazione alberghiera data in affitto a terzi. In ogni caso, la famiglia Polese non potrà più gestire la Sonrisa

Le parole della famiglia Polese 

Imma Polese, che ha ereditato dal papà, don Antonio Polese, morto nel 2016, le redini della struttura, spiega al settimanale Chi: “Siamo in pena anche per i nostri dipendenti, che sono la nostra famiglia. Stiamo parlando di oltre cento persone che si ritroverebbero senza lavoro. Stiamo continuando a lavorare abbiamo, una programmazione già in corso. La Sonrisa non ha chiuso e non ha cessato l’attività. C’è sicuramente qualche piccola paura da parte degli ospiti davanti alla prospettiva dei prossimi mesi.” Polese e il marito Matteo Giordano, spiegano di voler rivolgersi anche alla Corte di Strasburgo per vedere riconosciuto il diritto a mantenere la struttura.

La Sonrisa è la nostra vita. Facciamo vacanza soltanto un giorno all’anno, a Ferragosto: andiamo a Capri per mantenere una vecchia usanza del papà di Imma. Pensare che tutto questo mondo possa essere distrutto significa cancellare una fetta d’Italia. Qui sono passati tutti: Mario Merola, Gigi D’Alessio, Sofia Loren, Diego Armando Maradona, il grande chef Antonino Cannavacciuolo, che ha anche lavorato al Castello, e continuerei per ore e ore… Scusatemi, siamo distrutti”, spiegano i due coniugi.

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