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Chat tra calciatori, intercettazioni e confessioni: si allarga l’inchiesta calcioscommesse in serie A

calcio scommesse
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La vicenda delle scommesse illegali dei calciatori potrebbe “allargarsi” e coinvolgere circa dieci calciatori e trenta tesserati in totale. L’ingrandimento della vicenda potrebbe avvenire perché pare ci siano le chat nei telefonini dei calciatori, le intercettazioni dei dialoghi tra gli indagati e gli omissis degli interrogatori.

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Si allarga il “giro” di scommesse 

Ieri Nicolò Fagioli, a seguito della pubblicazione della sua confessione, ha provato a smentire gli articoli dei giornali con un post su Instagram. Il centrocampista ha spiegato che sulla piattaforma ‘Treema‘ aveva scelto il nickname di ‘XFarenz‘ e ‘XFarenzo!’. Per cercare di essere irrintracciabile.

Le ricevute delle singole giocate pervenivano sul mio cellulare da parte del referente della piattaforma, legale o illegale. Mi arrivavano tramite un’app Treema, che, per quanto mi avevano detto, garantiva al mittente la riservatezza nelle trasmissioni” spiega. Parla anche dei guadagni, a quanto pare nulli: “Non ho mai percepito un euro perché un’eventuale vincita andava a compensare i debiti“.

Il meccanismo “trappola”

Fagioli spiega che non ha mai scommesso su falli e ammonizioni. Alla procura federale ha detto di aver scommesso: “su Torino-Milan del 30 ottobre 2022. Si è trattato di una scommessa live. In quell’occasione puntai sul pareggio o sulla vittoria del Milan. Persi perché finì 2-1 per il Torino“. Continua poi dicendo di aver scommesso:Sulle partite di Champions Porto-Atletico e Real Madrid-lnter ho scommesso che avrebbero segnato meno di 3 o 4 gol. La mia scommessa tipo era sulla vincente e/o su under-over. Non ho mai scommesso sul nome del marcatore o sul risultato esatto“.

‘La Stampa’ racconta invece la rete delle bische che fa parte dell’indagine principale. Le piattaforme si trovano tra Lombardia e Montenegro e gli indirizzi web emersi durante gli interrogatori sono tanti: Betart, Betar.bet, Specialbet.bet, Bullbet23.com e poi Swissbet, in provincia di Como, e Icebet. Il meccanismo funziona così: ai nuovi clienti si garantisce un primo credito, il cliente gioca perdendo sempre più soldi; motivo per cui quando vince non riscuote, per pagare i debiti.

Quando l’indebitamento raggiunge una certa soglia, arrivano le minacce. “Ti spezziamo le gambe“, queste le parole dette a Fagioli che ha accumulato debiti per quasi 3 milioni di euro. Intanto ieri Fabrizio Corona, ha fatto i nomi di altri tre calciatori presuntamente coinvolti nel giro. Il laziale Nicolò Casale e il romanista Stephan El Shaarawy hanno smentito minacciando querele. Il terzo è Federico Gatti, 25 anni, difensore della Juventus. Il cui nome è già comparso nell’interrogatorio di Fagioli: il centrocampista ha detto di aver chiesto un prestito di 40 mila euro al difensore, non ancora restituito.

E’ un problema sociale, ci vuole rieducazione

Perché ragazzi così giovani e così “benestanti” cadono in questo circolo vizioso? Il terapeuta di Nicolò Fagioli ha dato la sua personale risposta: “Parliamo di giovani, maschi (i maschi da sempre azzardano di più), con parecchia disponibilità economica e contemporaneamente con un’attitudine al risparmio e all’uso oculato del denaro molto limitata“. “I fattori di rischio sono molti. Sicuramente i soldi e un livello d’istruzione medio basso. Poi c’è un altro aspetto: il loro mondo li pone in una situazione di prossimità con le scommesse sportive. Se ne parla continuamente. E sono ragazzi che molto spesso non hanno gli strumenti per affrontare certe tentazioni. I più sono andati via di casa giovanissimi, affidati alle strutture delle società sportive che, va da sé, non hanno la valenza educativa paragonabile a quella di una famiglia” spiega.

Il terapeuta suggerisce una soluzione per le società: i soldi degli sportivi dovrebbero essere ‘razionati’ negli anni per evitare la disponibilità eccessiva in gioventù. Spiega poi che quando si gioca “a livello psicologico e neurologico accade qualcosa di sovrapponibile al consumo di droga. Cercano la gratificazione forte, immediata. La complessità delle scommesse, in fondo, punta a questo“. Secondo il terapeuta di Fagioli “il problema è culturale. Negli ultimi 25 anni in Italia c’è stata un’espansione pazzesca di consumo del gioco d’azzardo. Soprattutto legale. Giocare soldi non è più un disvalore. Non è più un qualcosa di negativo“.

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