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«Chi l’ha ucciso?», le minacce dei parenti di Ugo Russo agli agenti in ospedale

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Una violenza inaudita di chi non conosce autorità. Poche parole che esprimono quanto riportato nelle 130 e più pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ieri mattina ha portato in carcere amici e familiari di Ugo Russo, il 15enne morto dopo un tentativo di rapina andato a male. Ci sono pagine e pagine di testimonianze, video di sorveglianza e anche filmati girati con i telefonini utilizzati dagli inquirenti per chiudere il cerchio attorno ai responsabili della devastazione dell’ospedale Pellegrini dopo che si era diffusa la notizia del ferimento (poi morte) del 15enne dei Quartieri spagnoli.

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Tra i più ‘attivi’ nella protesta Salvatore Mazzocchi e Giovanni Grasso detto Ivan, cugino di Ugo e già arrestato per gli spari contro la caserma Pastrengo (ieri è stata arrestata anche la madre, leggi qui). Fondamentali anche le testimonianze degli agenti che quella sera intervennero per riportare la calma:«Nel piazzale dell’ospedale si è radunata una grande folla di persone ed è giunto in particolare un giovane con un giubbotto bianco il quale appena ci ha visti ha iniziato a inveire con veemenza nei nostri confronti ritenendoci responsabili del ferimento del giovane trasportato dalla pattuglia dei carabinieri. Chi è stato a ferire mio fratello? Voi o i carabinieri? Vi metto il c… in bocca a tutti quanti!. Ad un tratto un uomo, poi identificato come lo zio del giovane, ha scaraventato una sedia a rotelle contro la nostra autovettura, un altro giovane con una rosa tatuata su una mano (poi riconosciuto come Ivan Grasso ndr) ha cercato di lanciarci contro una transenna». Scene di ordinaria follia che mai dovrebbero avvenire in un ospedale.

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