Home Cronaca «Chiediamo l’arresto dei parcheggiatori abusivi», parte la raccolta firme

«Chiediamo l’arresto dei parcheggiatori abusivi», parte la raccolta firme

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«Abbiamo raccolto le prime 4 mila firme per chiedere l’arresto dei parcheggiatori recidivi. La migliore carica per andare avanti nella nostra battaglia contro i parcheggiatori abusivi è quella che ci hanno dato le tante persone che, questa mattina, hanno partecipato alla raccolta. Tra la petizione on line e le firme raccolte dal vivo oramai abbiamo superato le 4mila persone a sostegno della nostra iniziativa». Così il consigliere regionale Francesco Borrelli e il consigliere comunale Marco Gaudini spiegano il senso e lo scopo dell’iniziativa nata sul web, quasi spontaneamente. A soffiare nelle vele dell’iniziativa dei due consiglieri comunali (hanno aperto anche una pagina su Facebook dal nome “Io odio i parcheggiatori abusivi“), ci ha pensato lo speaker Gianni Simeoli de La Radiazza.

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Parcheggiatori abusivi con ville in Calabria e negozi a Posillipo

L’iniziativa è di quelle che vengono generate dall’insoddisfazione e dall’indignazione collettiva per qualcosa che rappresenta una sorta dei vessazione psicologica più che un danno economico alle persone. Danno economico che, invece, è tutto del Comune di Napoli – l’iniziativa riguarda la solo la città capoluogo, per ora -. I promotori della raccolta firme hanno, inoltre, preparato un dossier sul tema. «Tra le novità introdotte nella nuova versione del dossier c’è il comportamento di alcuni gestori e dipendenti di parcheggi autorizzati che occupano anche l’area esterna ai loro garage per sostare le auto che non trovano posto all’interno. Alcuni di loro hanno acquistato immobili e anche condomini in località turistiche calabresi dove hanno un giro d’affari estivo notevole in particolare a Scalea e Ascea. Altri hanno comprato dei negozi a via Posillipo dal valore di 500.000 euro intestati ai propri figli. Un noto parcheggiatore abusivo si è vantato sui social di aver acquistato una cucina d’oro alla figlia per il matrimonio». Così conclude Borrelli, attonito.

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