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Ciro ucciso a 17 anni per un rifiuto, assolto in appello il ras Ettore Bosti

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Assolto. Per la Corte d’Assise d’Appello di Napoli (V sezione) non fu Ettore Bosti ad uccidere Ciro Fontanarosa. Il 17enne fu ammazzato nell’aprile del 2019. Ad essere accusato di quel delitto Ettore Bosti, inchiodato da alcune dichiarazioni di pentiti stando alle quali il 17enne si era rifiutato di aderire ai Contini e per questo ‘sgarro’ punito con la morte. Nell’aprile del 2013 Ettore Bosti, figlio del ras Patrizio, fu però assolto in Corte d’Assise dall’accusa di aver ordinato l’omicidio di Fontanarosa. Assolto dall’accusa di aver voluto punire il giovane per il suo rifiuto, preferendo continuare ad operare come rapinatore, e di essersi poi ‘vendicato’ per aver schiaffeggiato pubblicamente Ettore Bosti durante una lite.

Assolto Ettore Bosti

La Direzione distrettuale antimafia di Napoli impugnò la sentenza di assoluzione proponendo ricorso ai giudici dell’Appello. Nel nuovo processo d’Appello però decisive si sono rivelate le argomentazioni dei difensori di Bosti (gli avvocati Domenico Dello Iacono e Raffaele Chiummariello) che hanno evidenziato come l’ex ras degli scissionisti Carmine Cerrato Taekendò, oggi pentito, attribuì quella morte non a quel rifiuto ma ad una rapina di un Rolex. Dichiarazioni ulteriori rispetto a quelle del grande accusatore di Bosti ed altro pentito eccellente, Vincenzo De Feo. L’ex ras dei Contini accennò a quella rapina in uno dei suoi verbali: “Si incontrarono quelli dei Sacco-Bocchetti ed Ettore Bosti. Ciro Fontanarosa fece il furbo e restituì solo la metà del bottino. Anzi, meno della metà del bottino. Bosti chiamò Ciro Fontanarosa e gli propose di vendere a lui gli orologi ma a credito, a venti giorni. Ciro rifiutò rispondendo che la vendita si poteva fare solo in contanti”. Oggi il nuovo colpo di scena con l’assoluzione di Bosti.

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