Negli anni Sessanta Leonardo Sciascia usò la metafora della Linea della palma per spiegare la nuova strategia imprenditoriale della mafia. Lo scrittore siciliano indicò nel suo romanzo Il Giorno della Civetta l’attenzione delle organizzazioni criminali al nord sottolineando il loro radicamento nel sud d’Italia.
La strategia del clan Mallardo
Anche i Mallardo hanno radici a Giugliano ma i loro affari si sono estesi anche fuori della Campania. La morte del boss Ciccio ‘e Carlantonio inciderà sulla gestione di un’organizzazione criminale che ha interessi in diverse zone dello Stivale.
Dall’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia è emersa che nell’area pontina c’è la convergenza tra i clan dei Casalesi, Belforte, Bardellino, Moccia, Mallardo, Polverino e Lo Russo, insieme agli interessi di alcune formazioni ‘ndranghetiste.
Il processo di interazione con altre realtà delinquenziali presenti sul territorio si è evoluto nel tempo, passando da una fase iniziale caratterizzata da complesse dinamiche di competizione e anche di contrapposizione fra gruppi, fino ad arrivare a una successiva strategia di riconoscimento e di non belligeranza.
Questa nuova strategia ha portato ad una progressiva autonomizzazione delle compagini autoctone, in rapida ascesa nella gestione e controllo di svariate attività illecite, non soltanto gravitanti intorno al mercato di droga.
Clan Mallardo in Molise
Nella provincia di Isernia le interdittive antimafia emesse confermano la presenza di soggetti appartenenti o contigui a sodalizi mafiosi, anche di estrazione campana, che utilizzano il territorio molisano per sottrarsi alle azioni di contrasto poste in essere dalle istituzioni nelle aree di origine.
Un’interdittiva antimafia è stata adottata nei confronti di una società con sede nella provincia, attiva nel settore della costruzione di edifici, vista la contiguità di un componente della società con il clan dei Casalesi.
Tale impresa è inoltre collegata, per cointeressenze e vincoli di parentela tra i consociati, ad altra società attiva nella costruzione di strade, destinataria, sempre nel periodo in esame, di un provvedimento di diniego della permanenza nelle white list. Anche in quel caso, sono emersi collegamenti con il clan Mallardo.
Gli interessi a Campobasso
Nel contesto territoriale di Campobasso i programmi di espansione dei sodalizi extraterritoriali più strutturati riguardano, in particolar modo, il settore dell’usura, del racket delle estorsioni, degli appalti pubblici e del traffico di droga. A dimostrazione
dell’infiltrazione del tessuto socio-economico molisano da parte della criminalità organizzata delle province limitrofe e, al contempo, dell’efficacia della prevenzione antimafia sul piano amministrativo, si segnala l’emissione di 4 provvedimenti interdittivi.
Un provvedimento ha riguardato un’impresa individuale della provincia di Campobasso operante nel settore del commercio all’ingrosso di moto, auto e barche in quanto riconducibile a un soggetto, già sorvegliato speciale, coinvolto in procedimenti penali per collegamenti con clan Mallardo.
Un imprenditore fidato che gestiva i soldi del clan Mallardo
Nel marzo 2025 la Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Napoli ha disposto la confisca di un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di oltre 294 milioni di euro.
Il provvedimento trae origine da indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, nei confronti di un imprenditore che ha posto in essere, per un lunghissimo arco temporale, operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni. Questa condotta è stata accertata con sentenza di condanna definitiva.
La confisca e gli interessi dei clan napoletani
Dalle indagini svolte, corroborate dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, è emerso come l’imprenditore abbia agito in sinergia con esponenti di spicco di diversi clan Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto, in diversi settori commerciali -primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari – in Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise.
È stata accertata anche una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di
ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie, e una palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proposto e del suo nucleo familiare e i beni posseduti.
Su queste basi, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni situati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.
Decessi, arresti e 41-bis: la testa del clan Mallardo sempre più decimata