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Clan Mallardo. Processo ad Amicone, Moraca e Taglialatela: confermata quasi in toto la sentenza di primo grado

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Conferma quasi in toto della sentenza di primo grado, salvo alcune modifiche, tra cui spicca l’assoluzione di Giancarlo Pirozzi. Questo l’esito del processo dinanzi alla II sezione penale della Corte di Appello di Napoli, pres. Alabiso, a carico dei soggetti imputati nell’operazione Crash, che vedeva alla sbarra tra gli altri Mauro Moraca ed anche l’ex portiere del Napoli Pino Taglialatela. Moraca  (difeso dall’avvocato Giuseppe Pellegrino) si è visto confermare la condanna a 13 anni di reclusione ma è stata revocata la confisca di tutti i beni che dunque vengono restituiti all’imputato. Pirozzi Giancarlo, che ebbe in primo grado 4 anni e 8 mesi a fronte dei 15 richiesti, in Appello è stato assolto. Confermata anche le altre assoluzioni, tra cui quella di Pino Taglialatela, Carlo Antonio D’Alterio, Riccardo Carlo De Cicco e Bernardino Diana. Confermata la condanne ad Amicone ad 8 anni.

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La procura si oppose sia contro le assoluzioni sia contro le condanne, quest’ultime ritenute troppo lievi ma la linea del pm non è passata nemmeno in appello. La difesa è riuscita a smontare le accuse della pm Maria Cristina Ribera che in sede di requisitoria in primo grado aveva chiesto ben 14 anni di carcere per Batman.

Incubo finito per Taglialatela

L’ex portiere del Napoli Giuseppe Tagliatela è stato assolto dalla seconda sezione della Corte di Appello di Napoli dall’accusa di essere il prestanome di un esponente del clan camorristico dei Mallardo. Accusato dalla DDA di intestazione fittizia di alcuni autoveicoli e di associazione di stampo mafioso,Tagliatela era già stato scagionato in primo grado, ma la Procura Antimafia aveva presentato ricorso. L’ex estremo difensore, che ha militato nel Napoli per cinque stagioni a partire dal 1993, è stato difeso, in entrambi i gradi di giudizio, dai penalisti Luca Capasso e Monica Marolo. “Siamo soddisfatti – ha dichiarato l’avvocato Capasso – l’esito è stato quello che ci aspettavamo. Anche Pino è soddisfatto e in questo momento sta festeggiando. L’assoluzione ha messo la parola fine a una brutta vicenda che ha prodotto forti ripercussioni sulla sua vita, anche lavorativa, con la perdita di una serie di contatti”, ha concluso Capasso.

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