Il clan Troncone avrebbe pagato i funerali alle famiglie dei loro affiliati che sono stati uccisi dai rivali. Emerge anche questo dettaglio dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che hanno sgominato i clan Troncone e Frizziero della Torretta.
Stamattina i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, a carico di 24 persone (15 destinatari di custodia cautelare in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 3 di misure interdittive dell’attività imprenditoriale).
Gli indagati sono gravemente indiziati di appartenere ai clan Troncone e Frizziero, rispettivamente operanti nei quartieri di Fuorigrotta e della zona Torretta a Chiaia. I gruppi criminali hanno fatto affari con il traffico organizzato di droga, la detenzione di armi, le estorsioni e con il contrabbando di sigarette.
I nomi degli arrestati del clan Troncone e Frizziero
Applica la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di: TRONCONE Vitale; TRONCONE Giuseppe; TRONCONE Luigi; GUERRA VALERIO Andrea; STEFANINO Gaetano; CAMPOPIANO Marco; DE MONTE Antonio, FRIZZIERO Fausto, FRIZZIERO Francesco, FRIZZIERO Mariano, FRIZZIERO Salvatore, MASTROIANNI Armando,
Applica la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di: DIVANO Benito, ROMANO Enzo, SCALA Giuseppe Marco, GRIECO Carlo, MILANO Simona.
La camorra dell’area occidentale
Sono stati ricostruiti numerosi episodi estorsivi, non solo nei confronti di esercizi pubblici ma anche nei riguardi di persone dedite allo svolgimento di spaccio di droga, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e parcheggiatori abusivi. Le indagini hanno documentato il versamento, con cadenza settimanale, di somme di denaro a titolo di “controprestazione” per l’esercizio delle relative attività illecite sul territorio.
Nel corso delle indagini, svolte tra il 2020 e il 2023, è stato anche dimostrato da parte del clan Troncone il reimpiego dei proventi delle attività di contrabbando e di spaccio di sostanze stupefacenti nell’acquisto di natanti, questi ultimi intestati fittiziamente e poi noleggiati attraverso una società di Nisida.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.