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Colonnello del clan Di Lauro ucciso, i pentiti:«Volevano spingere il figlio a collaborare»

Nel riquadro Lucio De Lucia
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Un omicidio che certificò il ‘passaggio’ della Vanella con la Scissione. Un delitto che servì proprio al gruppo del centro storico di Secondigliano di ‘fare punti’ agli occhi dei nuovi alleati: l’omicidio in questione quello di Lucio De Lucia, padre di Ugo, e uomo di punta del clan Di Lauro. Dettagli contenuti nella maxi ordinanza eseguita qualche settimana fa e che ha ricostruito ben otto omicidi della seconda faida.  E’ stata proprio una voce di dentro della Vanella, Rosario Guarino, a raccontare importati sul raid avvenuto in piazza Zanardelli, ‘feudo’ del clan Di Lauro: “Carmine Pagano detto Angioletto, un paio di giorni dopo, disse Giuagliù si deve fare un’ultima battuta. Lo vuole proprio zio Cesare; che poi sarebbe Cesare Pagano; aggiunse che la vittima doveva essere Cap e’ chiuov, allo scopo di far collaborare con la giustizia Ugo De Lucia, figlio di Lucio, per rovinare i Di Lauro, potendo Ugo De Lucia riferire su numerosissimi omicidi della guerra del 2004-2005. Anche Pittirollo che era il cugino di Ugo De Lucia venne ucciso per la stessa ragione, lo stesso omicidio Ferrara venne commesso perché in quella occasione si doveva uccidere un De Lucia, sempre per lo stesso motivo, colpire Ugo. Sia io, che Luigi Magnetti, che Luigi Giannino, che Giuseppe Grassi ci facemmo avanti per uccidere Lucio De Lucia ma Cesare Pagano aveva già deciso chi doveva commetterlo, ossia Luigi Giannino e Giuseppe Grassi insieme a Antonio Matrullo e Marco Maisto poi ammazzati, affiliati al clan Amato Pagano della zona di Arzano“.

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Fondamentale per l’omicidio sarebbe stata la figura di un traditore, passato dai Di Lauro agli Scissionisti, presente nel Rione dei Fiori così come indicato dal giovane pentito: “Nunzio Cangiano aveva un telefonino; l’organizzazione dell’omicidio è di Rito Calzone, il quale disse a Cangiano chi era la vittima predestinata, comperò i cellulari, procurò gli scooter, le armi, tra cui due pistole semiautomatiche ed un revolver 357 magnum che è la pistola con la quale Giuseppe Grassi si vantava di avere esploso i colpi di grazia, scaricando il tamburo contro il viso del De Lucia. Rito Calzone organizzò anche l’appoggio in un palazzo di via Limitane d’Arzano, dove il commando partito da Melito, trovò le armi, gli scooter, il telefonino sul quale doveva giungere lo squillo di Cangiano è lo stesso Rito CalzoneCangiano vide Lucio De Lucia al Rione dei Fiori da si stava allontanando per tornare a casa“.

“Si giocarono a zecchinetta chi dovesse partecipare a questo omicidio”

Anche il pentito Antonio Accurso ha parlato dell’omicidio di cap’ ‘e chiouve in un interrogatorio del marzo 2015. “Furono Giannino e Magnetti ed anche Guarino, Giuseppe Grassi detto tarantella, a raccontarmi come avvenne l’omicidio. Gennaro Liguori che ha una casa nei pressi della clinica Santa Patrizia diede loro appoggio ed anche la filata per sapere quando Lucio De Lucia si fosse ritirato a casa sua. Lucio De Lucia era uno storico affiliato dei Di Lauro, che era il gestore del Berlingieri, tanto che Guarino aveva lavorato con lui sino all’inizio di marzo del 2007. Il mandante di questo omicidio è Cesare Pagano, per come riferitomi dagli stessi Giannino e Magnetti e Guarino, nel senso che l’ordine lo diede Cesare Pagano”.

“Mi raccontarono infatti che dopo questo omicidi gli Amato Pagano spostarono Giannino, Magnetti, Guarino e Giuseppe Grassi in una villa nei pressi di Varcaturo e si ritrovavano a cena con Cesare Pagano, che era libero. Cesare Pagano diede loro l’ordine di commettere l’omicidio De Lucia, organizzò il gruppo incaricato di questo delitto, formato da Marco Maisto di Arzano, ‘o nano di Arzano, Giuseppe Grassi detto Tarantella, e Luigi Giannino detto Cutaletta. So che Giannino e Magnetti si giocarono a zecchinetta chi dovesse partecipare a questo omicidio. Mi dissero anche che Cesare Pagano, per tutelare il gruppo familiare della Vinella, aveva deciso di non fare andare insieme Guarino e Magnetti, poi andò Giannino. Le armi le fornirono gli Amato Pagano“.

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