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Corruzione per superare test nelle forze armate, i nomi dei 14 indagati a Napoli

Corruzione per superare test nelle forze armate, i nomi dei 14 indagati a Napoli
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Concorsi per forze armate, mazzette per superare i test: 14 arresti a Napoli.  Si estendono le indagini della Procura di Napoli sui concorsi truccati per il reclutamento in corpi delle forze armate e Polizia penitenziaria. Un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, veniva eseguita nei riguardi di 14 persone ritenute gravemente indiziate di delitti di corruzione. Già lo scorso luglio veniva disposto l’arresto in flagranza di due agenti della Polizia penitenziaria.

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Tra queste pubblici ufficiali tra cui Aniello Aversano, assistente capo della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gennaro Fatone, vigile urbano del Comune di Caivano e Giorgio Spina, caporal maggiore dell’Esercito in servizio nella caserma di Maddaloni. Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari.

GLI INTERMEDIARI DEI CONCORSI

Secondo le indagini tutti avrebbero svolto la funzione di “intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all’indebito superamento delle prove concorsuali”. Le indagini, condotte dal nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, consentivano di portare alla luce una trama di episodi corruttivi intessuta, tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021, da 2 agenti della Polizia Penitenziaria Errico Spena e Maurizio Russo

Questi promettevano o effettivamente procuravano a partecipanti ai concorsi per il reclutamento in corpi delle forze armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia penitenziaria, il superamento delle prove psico-attitudinali dopo il pagamento di somme di denaro.

Gli agenti del Nic della Penitenziaria lo scorso luglio arrestavano Spena e Russo in flagranza. Sono stati sorpresi all’interno degli uffici di un’organizzazione sindacale, nell’atto di ricevere la consegna di 8mila euro. Le indagini, poi, facevano emergere un’estesa ramificazione dei contatti corruttivi e delle complicità rilevanti per l’illecito condizionamento delle procedure concorsuali che hanno scaturito le misure cautelari eseguite oggi.

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