Home Cronaca Uccise un operaio innocente, killer evita l’ergastolo: la rabbia dei familiari

Uccise un operaio innocente, killer evita l’ergastolo: la rabbia dei familiari

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Condannato a 26 anni di carcere il collaboratore di giustizia Antonio Pipolo, autoaccusatosi dell’omicidio di Carlo Esposito e di Antimo Imperatore, un operaio trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

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Le dinamiche del duplice omicidio hanno fatto sì che il giudice escludesse l’aggravante mafiosa, riconoscendo, al termine della camera di consiglio, la sussistenza della premeditazione e delle attenuanti generiche.

legali della famiglia dell’operaio volevano ergastolo per Antonio Pipolo

“Siamo soddisfatti della pena ma ci aspettavamo che questo duplice omicidio venisse riconosciuto per quello che è: un agguato di camorra – hanno commentato i legali delle figlie di Antimo Imperatore. “Secondo noi questa è una sconfitta, malgrado la pena sia importante. Abbiamo chiesto l’ergastolo perché riteniamo che Imperatore possa essere definito non solo una vittima dei reati mafiosi ma anche un martire: una persona che si sveglia la mattina per andare a lavorare e portare avanti la famiglia in maniera onesta in un città ma soprattutto nel quartiere in cui sono avvenuti i fatti, rende Imperatore un martire meritevole di ogni riconoscimento”.

Antimo Imperatore stava installando una zanzariera

I fatti risalgono al 20 luglio del 2023, quando il povero Imperatore era intento ad installare una zanzariera nell’appartamento di Carlo Esposito, legato alla mala di Ponticelli e vero obiettivo del killer. Quest’ultimo irruppe nella casa nel cuore del rione Fiat ed uccise Esposito per poi sparare alle spalle all’operaio che, uditi, i colpi di arma da fuoco, stava cercando di mettersi al riparo.

 

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