Home Cronaca Cronaca locale Continuano le aggressioni al 118 a Napoli: «Ci siamo chiusi nell’ambulanza»

Continuano le aggressioni al 118 a Napoli: «Ci siamo chiusi nell’ambulanza»

Aggressione al 118
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Continuano senza sosta le aggressioni al personale medico in tutta Napoli e provincia. Due ‘denunce’ a distanza di poche ore sono state segnalate sulla pagina Facebook “Nessuno Tocchi Ippocrate”. “Chiusi in ambulanza per non essere aggrediti” inizia così il post in cui si legge quanto accaduto alla postazione 118 India di Pietravalle. Si tratta dell’aggressione numero 30 di questo 2021.

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Lo scenario di questa triste vicenda è il quartiere di Pianura nella periferia occidentale di Napoli in via Luigi Santamaria. L’ambulanza diretta in ospedale, codice Giallo, si è incrociata in una strada stretta con un’altra vettura, il conducente di quest’ultima pretendeva la precedenza sul mezzo di soccorso in quanto “aveva fretta”. Subito gli animi si sono scaldati- si legge nel post – e l’energumeno si è avvicinato con fare minaccioso all’ambulanza inveendo dapprima verbalmente e successivamente sferrando pugni e calci al mezzo di soccorso, il tutto con paziente a bordo.  L’equipaggio ha evitato il peggio chiudendo le sicure barricandosi all’interno,salvaguardando sopratutto l’incolumità del povero paziente inconsapevole di tutto quello che stava succedendo . Purtroppo la paura e i danni alla carrozzeria sono stati ingenti. In questi minuti l’equipaggio sta verificando le condizioni del mezzo per renderlo al più presto “operativo “ di nuovo”.

Aggressione al personale 118

In un altro post, di poche ore prima, invece si legge di un’altra aggressione. A denunciare l’episodio è un infermiere di Napoli che scrive: “Oggi ero allo studio ed un paziente mi si avvicina chiedendomi di misurare la pressione, perché a detta sua ero senza far nulla. Al mio invito ad attendere fuori in quanto avevo appuntamenti programmati con altri pazienti, il signore si è innervosito e non poco, affermando che le farmacie non la vogliono misurare per il Covid ed io perdevo tempo nel fare chissà cosa. Al mio invito di calmarsi iniziano una serie di affermazioni alquanto scostumate e volgari .

Mi dispiace come il nostro lavoro ancora oggi non sia compreso e come in realtà queste le aggressioni continuano . Noto come le persone dopo l’ultima ondata pandemica vedono noi personale sanitario come “primo nemico” e come pretendano cose avvolte anche assurde dagli studi medici. La ringrazio della sua attenzione per lo sfogo saluti”.

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