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Corda al collo e sequestro per un debito di droga, blitz dei carabinieri

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Un sequestro di persona condito da minacce di morte. C’è questo e molto altro dietro l’operazione condotta dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe (guidati dal capitano Luca Iannotti). I militari nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno dato esecuzione a Formia ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere firmata dal gip Rosa Maria De Lellis e richiesta dal sostituto procuratore della Dda partenopea Giuseppe Visone nei confronti del 30enne Enrico De Meo L’uomo è ritenuto responsabile del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, in concorso con Antonio Tornincasa, 50 anni, e suo figlio Emanuele, di 24, già destinatari della stessa misura detentiva. I due sono originari di Arzano ma residenti a Itri in provincia di Latina.

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Il sequestro di persona

Dalle indagini è emerso che nel febbraio scorso, i tre, a vario titolo, dopo un appuntamento davanti a un bar di Casal di Principe, avevano costretto un uomo a salire sulla loro autovettura. Dopo una sosta a scopo intimidatorio a casa del malcapitato a Formia, giungevano nei pressi di un laghetto a Castelvolturno dove, impugnando due pistole, lo minacciavano di morte, legandogli al collo una corda alla cui estremità era fissato un grosso sasso. Solo dopo aver promesso il pagamento di un debito di droga, ammontante a circa 30mila euro, la vittima tornava libero. Le prove a carico del 30enne ne hanno consentito così l’arresto. L’uomo si trova adesso nel carcere di Cassino.

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