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Coronavirus. Mancate zone rosse in Lombardia: il premier Conte ascoltato dai Pm per 3 ore

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È durata circa tre ore l’audizione del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi con i Pm di Bergamo. I pubblici ministeri sono al lavoro per ricostruire quanto avvenuto nelle prime fasi del contagio da coronavirus in Italia. Lo scopo è approfondire le responsabilità mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. La circostanza ha contribuito alla propagazione del coronavirus nelle due aree.

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Il premier è stato sentito come persona informata sui fatti. I Pm da ieri sono a Roma per raccogliere le deposizioni degli esponenti di governo e dei tecnici. Ascoltati i funzionari che hanno lavorato nell’emergenza Coronavirus e in particolare per avere la loro versione sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro. Vicenda sulla quale la magistratura ha acceso un faro per capire se istituirla spettava al Governo o alla Regione Lombardia o a entrambi. Da chiarire inoltre se ci siano o meno responsabilità penali. Le indagini dovranno appurare se il non aver isolato i due Comuni sia stata una delle cause che ha portato all’alto numero di morti.

Dopo il presidente del Consiglio è poi toccato al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al ministro della Salute, Roberto Speranza.
Due giorni fa il pool di magistrati guidati dal Procuratore facente funzione Maria Cristina Rota ha ascoltato il presidente dell’istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Il lavoro è proseguito anche nella raccolta del materiale. Al setaccio carteggi, verbali interni del comitato tecnico scientifico della Protezione Civile, delibere e Dcpm. Lo scopo è ricostruire passo a passo cosa è accaduto esattamente dal 3 al 7 marzo. In questa data infatti l’esecutivo ha deciso di trasformare l’intera Lombardia e altre 14 province in Zona Rossa.

Zone rosse, Conte: “Lombardia avrebbe potuto istituirle”

Conte aveva dichiarato che avrebbe ribadito come la Regione Lombardia, con cui da mesi c’è un rimpallo di responsabilità, aveva gli strumenti tecnici per agire in autonomia come hanno fatto altre Regioni. Concluse le audizioni romane, i Pm bergamaschi, che sulla vicenda hanno già sentito tra gli altri il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, dovrebbero cominciare a tirare le fila e stabilire se si sia trattato di atti da incasellare in scelte politiche o se ci siano o meno responsabilità penali. Nell’eventualità in cui si dovessero ipotizzare responsabilità a carico di esponenti del governo durante l’esercizio della funzione, il procedimento dovrebbe essere trasmesso al Tribunale dei Ministri del distretto e quindi a quello che ha sede presso la Corte d’Appello di Brescia. Quel che è certo è che la ricostruzione sulla mancata zona rossa servirà a inquirenti e investigatori per avere un quadro di fondo per proseguire con gli altri filoni di indagine, quella sull’anomala riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano lo scorso 23 febbraio e le morti nelle Rsa bergamasche.

Ancora ieri Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha spiegato che si è sollevata “l‘attenzione sulle aree dove c’erano il numero maggiore di casi e sono state fatte, con una tempistica stringente e non perdendo assolutamente tempo, tutte le analisi che hanno permesso al decisore politico di fare le scelte del caso“.

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