Home Attualità e Società Cos’è la ‘bomba sporca’, la Russia avverte: “Siamo pronti a sganciarla”

Cos’è la ‘bomba sporca’, la Russia avverte: “Siamo pronti a sganciarla”

periocolo radioattivo
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Il portavoce del Cremlino replica allo scetticismo di Usa, Francia e Gb: “Sfiducia Occidente non significa che minaccia cessi di esistere”.La loro sfiducia nei confronti delle informazioni trasmesse dalla parte russa, non significa che la minaccia di utilizzo di una tale ‘bomba sporca’ cessi di esistere. La minaccia è reale”. E’ quanto ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ribadendo le accuse di Mosca a Kiev su un suo possibile utilizzo di una bomba sporca, e stigmatizzando l’Occidente per il fatto di non credere all’allarme russo.

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Peskov ha poi sottolineato che “queste informazioni sono state portate all’attenzione degli interlocutori del ministro della Difesa” Sergei Shoigu. “Allora tocca a loro credere o non credere”, ha aggiunto Peskov, secondo quanto riporta la Tass. Ieri il dipartimento di Stato Usa, ha diffuso una dichiarazione – insieme ai ministri degli Esteri di Francia e Regno Unito – in cui si “afferma con chiarezza che rifiutiamo tutte le accuse trasparentemente false sul fatto che l’Ucraina si starebbe preparando all’uso di una bomba sporca sul suo stesso territorio”.

La dichiarazione – che fa riferimento ai colloqui che i ministri della Difesa dei tre Paesi hanno avuto con Shoigu – conclude sottolineando che “il mondo deve vedere il tentativo di usare queste accuse come pretesto per un’escalation”.

LA REAZIONE UCRAINA – Un rigetto netto delle accuse russe arriva dal ministro degli Esteri ucraina Dmytro Kuleba che su Twitter fa sapere: “Nel mio colloquio telefonico con Rafael Grossi ho invitato formalmente l’Aiea a inviare con urgenza esperti presso le strutture pacifiche in Ucraina che la Russia sostiene in modo ingannevole stiano sviluppando una bomba sporca”. Kuleba aggiunge quindi che “a differenza della Russia, l’Ucraina è stata sempre e rimane trasparente. Non abbiamo nulla da nascondere”, conclude.

Ucraina-Russia, cos’è la ‘bomba sporca’

La bomba sporca, o arma radiologica, viene inizialmente associata, come minaccia, a formazioni non statuali, terroristi privi della tecnologia e della capacità di sviluppare testate nucleari. Non si tratta quindi di una arma “di distruzione di massa” ma, come si dice con un gioco di parole fra i due termini inglese destruction e disruption, di “disturbo di massa”. Una bomba sporca è infatti un ordigno esplosivo convenzionale a cui è stato aggiunto materiale radioattivo. Nessuna fissione, nessuna reazione a catena, quindi, nessuna moltiplicazione dell’effetto esplosivo, ma solo diffusione del materiale radioattivo nell’ambiente, ma per pochi chilometri.

Il materiale radioattivo usato in una bomba sporca, scrive il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie Usa, “non crea sufficiente esposizione alle radiazioni per causare problemi di salute gravi immediati, eccetto che per chi si trova immediatamente nelle vicinanze dell’esplosione”. Sono la polvere e il fumo radioattivi diffusi a creare problemi per la salute, se inalati.

Si è parlato di ‘bomba sporca‘ dopo l’arresto all’aeroporto di Chicago, nel 2002, del terrorista di al Qaeda José Padilla, accusato di aver cercato di sviluppare tali ordigni da fare esplodere a Washington. Ma di quanto fosse facile acquisire materiali radioattivi, e quindi di produrre tali ordigni, si sapeva sin dal settembre del 1987, da quando cioè un operaio di una discarica di Goiaina, in Brasile, trova un contenitore metallico proveniente da un reparto di radioterapia appena gettato. All’interno, trova una polvere blu brillante, senza sapere che si trattava di cesio radioattivo. Il tubo passa di mano in mano: 200 persone sono esposte al cesio. Quattro muoiono, fra loro una bimba di sei anni.

Prima di al Qaeda erano stati i ceceni a minacciare l’uso di materiale radioattivo. A novembre del 1995, un gruppo di ribelli ceceni rivendica di essere in grado di costruire un ordigno sporco. Avvertono la stampa di averlo nascosto al parco Islmailovsky di Mosca, dove poi viene trovato un contenitore di cesio. Saranno poi effettuate, in Cecenia, altre scoperte di materiale radioattivo conservato da milizie separatiste.

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